Può l’uscita di scena si Sir Alex
Ferguson, manager calcistico del Machester United, ritiratosi dopo 27
anni di gestione vincente del prestigioso team britannico, offrire qualche
spunto al dibattito in corso in Rwanda sulla successione del presidente Paul
Kagame nel 2017? Sì, secondo il recente intervento del mai banale editorialista
de The New Times, Sunny Ntayombya. Quando Ferguson diventa direttore
nel 1986, trovando una squadra che viveva sulle glorie del passato,
con giocatori ormai imbolsiti, mette mano alla ricostruzione del team, con
pazienza e fermezza, attraverso lo scouting e la valorizzazione dei giovani e
una gestione decisa dello spogliatoio.Quindi, dopo tredici trofei Premiership,
due Champions, cinque Coppe d'Inghilterra, dieci Charity Shields, una Coppa
delle Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intercontinentale e un
Mondiale per Club FIFA, Ferguson decide di ritirarsi non prima però di aver designato
il proprio successore. E qui cominciano per
Sunny Ntayombya le similitudini fra Sir Alex, the boss of
United, e il presidente Kagame, the CEO of Rwanda Inc..Entrambi oggetto di studio presso la
Harvard Business School per la loro leadership esemplare e per i loro successi,
frutto di un percorso dalle forti analogie nei modi di ricostruire le
rispettive "squadre, gestire le turbolenze dei rispettivi spogliatoi (giocatori o ministri), nell’individure nei giovani la chiave del successo, nel tener testa ai leader (allenatori o governanti) dei
rispettivi competitors. Accomuna i due anche il disonrientamento creatosi tra i
loro fan quando si è affacciata la prospettiva di dover lasciare il
posto di comando, per limite di età o per fine mandato, e dover
individuare un successore.I tifosi del Manchester United hanno già
dovuto rassegnarsi a questo evento, consolandosi con il fatto che la decisione di Sir Alex sia venuta con un
Manchester al top, con una società
organizzata in grado di garantire una competitività nel tempo, e, da ultimo, con la decisione di scegliere un degno successore in grado di garantire futuri successi nel solco della tradizione.
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Poiché per ogni amante del calcio, e ce ne sono tanti anche in
Rwanda, questo magnifico gioco non ha segreti e tutti sono in grado di capirne
le dinamiche e coglierne le metafore - oggi il Manchester United ha un nuovo manager - ci chiediamo se l’intervento del bravo Sunny si configuri come un metaforico brillante assist o come un altrettanto metaforico clamoroso autogol.
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