"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 3 maggio 2013

I mercati internazionali promuovono il Rwanda

E' andato letteralmente a ruba il bond decennale da 400 milioni di dollari che il Rwanda ha proposto alla comunità finanziaria internazionale e di cui abbiamo riferito in un recente post. Le due banche collocatrici, BNP-Paribas e Citibank, hanno infatti raccolto adesioni per oltre  3,5 miliardi di dollari da parte di oltre 250 investitori di tutto il mondo, e sono quindi riuscite  a piazzare con estrema facilità l'intero prestito corrispondente a circa 300 milioni di euro, che può contare su un rating B garantito da Standard & Poors e Fitch, migliore di quello di certi paesi europei, scontando alla fine un tasso del 6,625% , più basso di quello preventivato.
Un  indubbio e significativo successo, sottolineato con enfasi dalle autorità rwandesi ,  che decreta un alto riconoscimento per Kigali a livello internazionale.Siamo di fronte non al solito articolo elogiativo di qualche giornalista amico, ma di 400 milioni di dollari che investitori di diverse parti del mondo, attenti a valutare il merito creditizio dei propri debitori, hanno prestato al Rwanda avendo fondati motivi, sulla base degli indicatori economici conosciuti,  per credere  sullo sviluppo del paese. Si tratta di un fatto importante che dovrebbe far riflettere anche chi pregiudizialmente contrasta l'attuale leadership rwandese, spesso non sapendo articolare il proprio giudizio distinguendo il livello politico, connotato da un  tasso di democrazia e di rispetto dei diritti civili eufimisticamente migliorabile, e il livello di sviluppo economico che, pur tra qualche inevitabile chiaroscuro, ha riscontri oggettivi e riconosciuti.

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