"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 9 dicembre 2012

Preoccupa la diffusione della droga tra i giovani rwandesi

Uno studio  condotto per conto del Ministero della gioventù nella primavera scorsa, in 20 distretti rwandesi, ha messo in evidenza un fenomeno piuttosto preoccupante circa la diffusione della droga fra la gioventù del paese:  il 52,5 per cento dei giovani in Rwanda ha fatto uso di  droghe almeno una volta nella vita e il 92,7 per cento di questo campione continua nell'uso. L'indagine denuncia, inoltre, che il primo incontro con la droga avviene già a partire da 11 anni di età. In un'intervista al The Sunday Times che riporta la notizia,  il segretario esecutivo della Commissione nazionale per l'infanzia, Zaina Nyiramatama, ha detto che l'abuso di droga, a cui si aggiunge anche l'abuso di alcolici, è una grande minaccia e un grave problema tra i giovani, anche quelli che per età sarebbe più corretto definire bambini. La tossicodipendenza e l'alcolismo tra i giovani e gli adolescenti innesca una serie di problemi  quali: difficoltà scolastiche, alterazione della salute mentale, disadattamento sociale con frequenti forme di violazione della legge, sin dalla prima adolescenza.   Secondo il capo dell'unità di polizia anti narcotici, il sovrintendente Emanuele Ngondo, il fenomeno della diffusione della droga si concentra nella fascia di età  tra i 18 e i 35 anni, interessando particolarmente gli studenti; infatti, su  3.384 persone arrestate lo scorso anno per spaccio e consumo di droga, ben 2.566 erano di età compresa tra i 18 ei 35 anni, pari al 76 per cento. Un altro dato che fa riflettere è  che il 22,6 per cento di tutti i pazienti che, lo scorso anno, hanno fatto ricorso alle cure dell'ospedale psichiatrico di Ndera, denunciavano problemi mentali causati dal consumo di droga. Come si vede siamo in presenza di uno scenario ad un tempo sorprendente e drammatico, a cui le autorità dovrebbero mettere mano prima che il contagio si diffonda.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto l'articolo sul Sunday Times, però lascia intendere che in quel 52% siano compresi anche quelli che bevono alcolici, birra in prevalenza.
E a parte il consumo di birra, non mi pare di aver mai incontrato una persona molesta per uso di droghe o alcool.
O meglio, mi hanno raccontato di un guardiano che beveva troppa birra e poi si addormentava. Ma francamente in Italia siamo messi peggio....

mbg ha detto...

Potrei sbagliarmi e non saper leggere tra le righe, ma a partire dal titolo, mi pare che si parli di droga.
Non riesco comunque a pensare alle autorita'' di governo rwandesi, tra le migliori al mondo nella comunicazione, autolesioniste al punto da pubblicizzare e onfiare un fenomeno negativo se non ne esistono i presupposti.