E’durato
poco l'effetto positivo per i rwandesi di poter diventare proprietari dei
terreni che magari coltivavano da tempo. Infatti, secondo una legge del 2005,
che ha cominciato a esplicare i propri effetti a partire dal 2009, ogni
cittadino rwandese ha potuto diventare proprietario della terra in forza di
diritti derivanti dall’acquisto piuttosto che da un’eredità. Solo di recente, come riferisce l'agenzia Syfia, si
è però cominciato a scoprire che tale diritto si accompagna anche all’obbligo
di riconoscere allo Stato un canone annuo di affitto che si protrarrà
sicuramente per i prossimi venti anni, ma è facile prevedere che non cesserà a
quella scadenza. Anche se solo ora i proprietari cominciano a rendersi conto di
questo spiacevole balzello, la legge era abbastanza chiara dal momento che
recitava che “la terra fa parte del patrimonio comune di tutti i ruandesi
..." e, "fatti salvi i diritti degli utenti dei terreni che hanno la capacità
di goderne in quanto proprietari, lo Stato ha il diritto di gestione eminente
di tutte le terre all'interno del territorio nazionale ". La rendita
fondiaria che lo stato rivendica è fissata con decreto ministeriale. Gli
importi variano a seconda che la terra sia ad uso residenziale o agricolo, e a
seconda della dislocazione del terreno.Insomma ogni paese ha la sua Imu! I
diritti riconosciuti allo Stato sui terreni consente altresì alle autorità di
intervenire nel processo di ricomposizione fondiaria, molto criticato nelle
zone rurali, che obbliga gli agricoltori a seguire le indicazioni, emanate
nell’ambito della politica nazionale di "consolidamento dei terreni
coltivabili", miranti a raggruppare i terreni agricoli molto piccoli per
formarne di più ampi che possano essere sfruttati con le tecniche agricole più
produttive. Ogni agricoltore conserva la proprietà del suo pezzo di terra, ma
deve coltivare, spesso contro la propria volontà, anche una coltura imposta.
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