"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 15 maggio 2012

L'economia rwandese sconta gli elevati costi di trasporto

L’economia rwandese, oltre a scontare la mancanza di significative materie prime che consentano un apporto di valuta estera, risente della sua collocazione geografica al centro del continente, lontanissima dai porti della costa orientale, Dar es Saalam e Mombasa. Così tutte le importazioni provenienti dai porti della costa, e sono la maggior parte a partire dai prodotti petroliferi, risentono di un costo di trasporto che si scarica sui prezzi interni, altrettanto si può dire delle esportazioni, per la gran parte prodotti agricoli, che risultano penalizzate rispetto a quelle dei paesi confinanti, Kenia e Tanzania. I costi di trasporto impattano sui prezzi fino ad arrivare a triplicare certi prezzi rispetto ai paesi concorrenti della zona. Infatti, mentre un esportatore rwandese paga US $ 3.275 per il trasporto di un container di merce al porto, lo stesso trasporto costa a un keniano $ 2,055, a un ugandese $ 2,880, a un burundese $ 2.965, per arrivare a un tanzaniano che paga solo $ 1.255. Prezzi che per gli importatori rwandesi diventano $ 4,990 a fronte dei $ 4855 per il Burundi, dei $ 3.015 per l’Uganda,  dei $ 2.190 per il Kenia  e $ 1.430 per la  Tanzania. Il costo elevato per l’import-export è in parte responsabile dell’elevato disavanzo commerciale del paese, dove le cifre indicano che, in media, tra il 2007 e il 2010, le importazioni sono cresciute del 23,1 per cento, mentre le esportazioni sono cresciute del 12,9 per cento. Uno studio della International Finance Corporation, il braccio di investimento del Gruppo della Banca mondiale, rivela anche che il Rwanda e il Burundi rimangono tra le 10 economie più costose al mondo in termini di importazione di un container via mare. Ai costi di trasporti si aggiungono inoltre i lunghi tempi di attesa che, oltre alla distanza ,risentono degli oltre 30- 40 posti di blocco che un trasporto deve superare a seconda che provenga da Dar er Saalam piuttosto che da Mombasa, con il pagamento di ulteriori pedaggi ufficiali e meno. Su quest’ultimo fronte gli accordi di integrazione della Comunità dell’Africa dell’Est-EAC dovrebbero subire un’accelerazione per portare gli auspicati benefici di un abbattimento delle barriere doganali.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I problemi economici del Rwanda sono molto simili a quelli degli altri Paesi che attualmente soffrono di una crisi economico/finanziaria.Il Rwanda non è responsabile di tale crisi bensì ne è vittima .
Ritengo che riducendo la politica degli investimenti dall'estero e cercando in ogni maniera di aumentare la produzione di prodotti locali si dovrebbe ottenere un miglioramento della situazione.Tali prodotti dovrebbero essere particolari e tali da non subire la concorrenza della Tanzania e del Kenya i cui costi di trasporto sono nettamente inferiori.
La difficoltà principale è che i supposti prodotti dovrebbero non aver bisogno di finanziamenti per la loro produzione.Inoltre prendendo come esempio la Germania è necessario ridurre i costi al massimo per essere concorrenziali rispetto ad esempio i cinesi.I tedeschi infatti hanno semplicemente dimezzato gli stipendi di TUTTI.
ing. Giacomo Bertolini gibe@netitalia.it