"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 28 maggio 2012

I sindacati rwandesi vogliono salari minimi più alti

 I due principali sindacati rwandesi, il Sindacato Centrale dei Lavoratori del Ruanda (CESTRAR) e il Congresso del Lavoro e della Fratellanza-Ruanda (COTRAF) hanno avanzato la richiesta di una legge che fissi il salario minimo giornaliero  in 1500 Franchi rwandesi, pari al cambio odierno a 2 euro), che superi l'attuale normativa che prevde secondo  il diritto del lavoro del 1974 una retribuzione giornaliera minima di 100 Frw.  Secondo  il Segretario Generale della CESTRAR, Eric Manzi "Un lavoratore occasionale a livello di villaggio non dovrebbe ricevere un salario  sotto i 1500 Rfw, mentre un lavoratore subordinato a Kigali dovrebbe guadagnare un salario minimo di 2000 Frw, a causa del maggior costo della vita”. Attualmente si va da circa 800 Frw per i lavoranti agricoli ai 1800 Frw per un manovale e ai 2500 per un muratore, anche se esistono, sempre secondo i sindacati,  forme di  ingiustizia nelle strutture salariali, come quella che interessa le  raccoglitrici  di thè, che  guadagnano 20 Frw ogni kilo di foglie raccolte, avendo la possibilità di raccogliere dai 25 ai 40 kili al giorno, ma dovendosi spesso accontentare, secondo i sindacati anche di soli 300 Frw al giorno. Anche in certe imprese  i salari mensili non superano i 10.000 Frw, tanto che già l’anno scorso in una grande impresa tessile, l’ UTEXRWA di Kigali, i lavoratori erano scesi in sciopero per protestare per il  basso livello degli stipendi  e le condizioni di lavoro. Per ora le richieste sindacali non hanno trovato  udienza presso il Ministero competente che per bocca del proprio direttore generale, pur riconoscendo la necessità di mettere mano alla materia,  ha sottolineato la necessità che si proceda con molta prudenza tenendo conto di tutte le variabili economiche in gioco. Insomma la strada per il ritocco dei salari minimi sembra ancora lunga. Naturalmente questo discorso non vale quando c’è di mezzo il muzungu come datore di lavoro. In quel caso tutti i salari lievitano improvvisamente, e semmai si dovrebbe fissare un tetto massimo, e una qualsiasi lavorante di un laboratorio di cucito si sente autorizzata a richiedere compensi per ogni capo cucito tali da portare a un salario giornaliero di tre o quattro volte il salario minimo auspicato dai sindacalisti.

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