"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 20 maggio 2011

In pellegrinaggio a Ruhango per guarire non solo spiritualmente

Ogni prima domenica del mese, migliaia di cristiani, cattolici e no, si danno appuntamento in una  cittadina del sud del Rwanda, a una settantina di kilometri dalla capitale,  per pregare e implorare la guarigione da mali fisici e morali. Non si tratta di Kibeho, bensì di Ruhango e destinataria delle preghiera non è la Madonna bensì Gesù Misericordioso. L’agenzia Syfia parla di circa ventimila persone, bambini, adulti, anziani, disabili e  malati, non solo rwandesi ma anche congolesi e burundesi, che mensilmente si danno appuntamento in questo luogo  alla ricerca di una grazia, dopo che la notizia di numerosi casi certificati di guarigione  da guai fisici si è sparsa nel paese, a partire da una ventina di anni fa. Senza che apparentemente si conosca un momento iniziale originante questo interesse, negli anni la fama di questo luogo è cresciuta  e con essa il numero dei pellegrini che vi affluiscono senza peraltro trovarvi un santuario dove pregare, come ci si aspetterebbe, o particolari strutture di accoglienza come a Kibeho. I momenti di preghiera, che  inizialmente si tenevano nella chiesa locale ora non più in grado di accogliere i pellegrini, si svolgono, infatti, ancora all’aperto su una collina ricoperta d’alberi ai cui piedi vi è un altare e una semplice tenda. Eppure, pur in assenza di tutto quanto caratterizza una meta classica per un pellegrinaggio religioso, il flusso dei pellegrini che mensilmente si danno appuntamento qui  a pregare Gesù Misericordioso è sempre in aumento, attirati dal forte richiamo di diverse guarigioni morali e  fisiche verificatesi in queste sessioni di preghiera. Al di là del momento forte della prima domenica del mese,  a  Ruhango si vive un’intensa vita spirituale, incentrata sull’adorazione perpetua,  a cui provvede, su indicazione del vescovo di Kabgayi, la Comunità dell’Emmanuele. E’ questo un gruppo di preghiera  fondato a Kigali nel 1990 da una coppia di laici rwandesi, scomparsi negli eccidi del 1994, che ha avuto un importante sviluppo in questi anni nel solco dell’omonimo gruppo francese, incentrando la propria missione sulla spiritualità, sulle opere di carità e sull’evangelizzazione.

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