"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 31 gennaio 2011

Un nuovo film sul 1994

La filmografia sulla tragedia rwnadese del 1994 si arrichisce di un nuovo film: Kinyarwanda. Collage di sei storie basate su eventi realmente accaduti, Kinyarwanda è l’opera prima del nero Alrick Brown, nato in Giamaica, ma formatosi alla Tisch School of the Arts di New York e passato attraverso esperienze importanti come i due anni trascorsi come volontario in Costa d’Avorio per i Peace Corps.Coprodotto dal filmmaker rwandese Ishmael Ntihabose e girato in loco, il film torna sul genocidio del 1994 da una prospettiva più ampia e inclusiva di realtà meno indagate finora, come ad esempio il ruolo di rifugio avuto dalle moschee, che in quei giorni terribili, per un pronunciamento esplicito del Mufti del Rwanda, diedero asilo a hutu e tutsi, musulmani e cattolici. Così nella grande moschea di Kigali e nella madrassa di Nyanza trovarono rifugio diversi rwndesi di ogni fede. Francamente questo ruolo svolto dalla piccola comunità musulmana ( un recente studio quantifica attualmente in 188.000 i musulmani rwandesi, pari all'1,9% dell'intera popolazione) ci era totalmente sconosciuto. Ci piacerebbe conoscere dai nostri amici rwandesi la reale portata di questo aspetto poco indagato.Il film si è aggiudicato il Premio del Pubblico per la sezione Film Drammatico al recente Sundance Film Festival negli USA. Non sappiamo se e quando uscirà in Italia. Per vedere il trailer clicca qui.

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