"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 15 aprile 2010

Banca Mondiale: il "Terzo Mondo" non esiste più.

Il vecchio concetto di “Terzo Mondo”, che ci ha accompagnato in questi ultimi cinquanta anni facendo versare fiumi d'inchiostro e alimentando infinite discussioni soprattutto tra generazioni di giovani,  sembra non essere più valido in un’economia globale multipolare. Questa tesi è stata espressa ieri dal Presidente del Gruppo Banca Mondiale, Robert B. Zoellick che   ha sostenuto che la crisi economica mondiale del 2009 e l’importanza che i paesi in via di sviluppo hanno assunto nell’economia mondiale hanno rappresentato la campana a morto per il vecchio concetto di Terzo Mondo quale entità separata, così come il 1989 ha rappresentato la scomparsa del Secondo mondo in seguito alla caduta del comunismo.  “Le vecchie catalogazioni, come ad esempio primo mondo, terzo mondo, benefattore e bisognoso, leader e seguace, non sono più adeguate. Mentre la povertà e gli stati fragili continuano a rappresentare sfide da raccogliere, i paesi in via di sviluppo stanno crescendo tanto da rappresentare una quota sempre più importante dell’economia globale e garantiscono un’importante fonte di richiesta di recupero dalla recente crisi economica globale. Non si è verificato solo in India e Cina, ma anche nel Sud Est Asiatico, nell’America Latina e in Medio Oriente. Anche l’Africa un giorno potrebbe diventare un polo di crescita globale. Zoellick ha anche sottolineato che i paesi in via di sviluppo meritano maggiore riconoscimento a livello di gestione del sistema globale e che le proposte soluzione di normative finanziarie, cambiamento climatico e gestione della crisi devono riflettere i loro interessi.  “Il potere comporta delle responsabilità. i paesi in via di sviluppo devono rendersi conto che fanno parte ormai dell’economia globale,” ha detto Zoellick.

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