"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 19 gennaio 2010

Allo studio un Servizio Nazionale per i giovani laureati rwandesi.

Il Ministero della Pubblica Istruzione (MINEDUC) del Rwanda sta valutando la possibilità di introdurre una forma obbligatoria di Servizio Nazionale per i laureati che, rifuggendo l’impegno nell’insegnamento piuttosto che in ambito sanitario o in altri settori di pubblica attività, si pongono all’immediata ricerca di un’attività professionale più remunerata rispetto all’impiego nella pubblica amministrazione. Secondo il ministro dell’Educazione Dr. Charles Murigande si pensa di rendere obbligatorio lavorare in ambito pubblico per un determinato periodo di tempo, prima di essere autorizzati a cercare lavoro nelle libere professioni.La misura in fase di studio mira in particolare a far fronte alla grave carenza di insegnanti, sia in termini quantitativi che qualitativi, che sta penalizzando seriamente la scuola rwandese.Anche se la misura sembra improntata a un certo dirigismo, ci sentiamo di condividerne lo spirito, anche se dovesse riservare risvolti negativi che, al momento, non riusciamo a individuare. Abbiamo, infatti, sperimentato più volte la scarsa disponibilità dei neo laureati a impegnarsi in attività di sviluppo a favore della loro gente, a fronte di remunerazioni allineate a quelle degli insegnanti.Credendosi dei professionisti affermati, per il semplice possesso di un diploma di laurea di cui non abbiamo mai avuto modo di verificare la piena validità professionale, rinunciano a esperienze lavorative remunerate e professionalmente arricchenti, come quelle di lavorare con organizzazioni internazionali, per difendere questo presunto status di affermati intellettuali. Cosa dovrebbero dire i giovani laureati italiani disponibili a fare degli stages annuali presso le aziende con un assegno pari a poco più della metà dello stipendio di un neo assunto. Il progetto del governo rwandese ci pare, quindi, quanto mai opportuno, anche per ricordare un qualche dovere di questi giovani rampanti nei confronti della propria comunità, senza inoltre dimenticare i costi sostenuti dal bilancio pubblico per concorrere a garantire il loro percorso formativo a livello universitario.

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