Ieri è stato arrestato a Empoli, su mandato d'arresto internazionale, il sacerdote ruandese don Emmanuel Uwayezu, accusato di aver partecipato al genocidio effettuato nel suo paese nel 2004. La vicenda era stata trattata nel post del 10 maggio. Le accuse mosse al sacerdote rwandese nascevano da una denuncia della ong African Rights con sede a Londra.
African Rights è un'organizzazione non governativa che si definisce impegnata a lavorare su questioni di gravi violazioni dei diritti umani, sui conflitti, sulla fame e sulla ricostruzione civile in Africa, il tutto in una prospettiva squisitamente africana. Ne è direttrice la dott.sa Rakiya Omaar. Ci chiediamo se si tratti della stessa Rakiya Omaar che ha curato, da consulente di una commissione governativa rwandese, si presume non a titolo gratuito, il rapporto "The Leadership of Rwandan Armed Groups abroad with a focus on the FDLR and RUD/Urunana". Certo può essere un titolo di merito collaborare con un'istituzione governativa, ma se così fosse, l'indipendenza e la libertà di giudizio dell'organizzazione sedicente paladina dei diritti umani ne uscirebbero leggermente scalfite, anche se le prestazioni dell'ineffabile signora fossero state fatte a titolo personale, senza coinvolgere African Rights.
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