"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 7 luglio 2009

I primi difficili passi della sericoltura rwandese

L'attuale scarsa produzione di bozzoli da seta ha costretto l'Usine du Textile Ruanda (Utexrwa) a sospendere temporaneamente la produzione di abiti di seta. Secondo Raj Rajendran, l'Amministratore Delegato della società servono circa 7,5 tonnellate di bozzoli al mese per sostenere la capacità di produzione, mentre l’attuale disponibilità di bozzoli è di soli 1,3 tonnellate che coprono la produzione di 3-4 giorni.Nell’impossibilità di disporre della materia prima per la produzione, la società ha optato per l’esportazione del filato; a tale scopo sono state fatte delle verifiche sui mercati europei, egiziano e indiano. Se i prezzi del prodotto saranno competitivi si potranno ottenere i ricavi per assicurare l’equilibrio gestionale dell’azienda, e soprattutto garantire l’acquisto dagli agricoltori delle foglie di gelso, alimento base del baco da seta. "Noi continueremo a comprare dagli agricoltori in attesa che si arrivi a una produzione sostenibile di bozzoli", ha sottolineato Raj, che ha aggiunto che la società riprenderà la produzione e amplierà la capacità produttiva, in presenza di quantità di bozzoli adeguata alle capacità produttive esistenti. Attualmente, a livello nazionale, la coltura del gelso copre circa 300 ettari con un obiettivo di circa 500 ettari entro la fine del prossimo anno, mentre il governo starebbe valutando l'opportunità di arrivare, in un periodo di tre o quattro anni, a 600.000 ettari che potrebbero assicurare fonti di reddito per oltre 60.000 famiglie povere. Secondo la società di gestione, 500 ettari di alberi di gelso sarebbero in grado di assicurare la produzione di 7,5 tonnellate di bozzoli e 125 tonnellate di filato, in media all'anno. Secondo una recente ricerca effettuata dalla società di consulenza americana On-The-Frontier (OTF) Group la sericoltura sarebbe più redditizia rispetto alla coltivazione del caffè e del tè, ma al momento manca di un adeguato sostegno finanziario.

Ricordiamo che anche a Nyagahanga è sorta una cooperativa, composta da un folto numero di soci, che ha aderito con entusiasmo all'iniziativa proposta a livello nazionale, mettendo a coltivazione diversi terreni e allestendo gli spazi necessari all'allevamento del baco da seta. Speriamo quindi che l'intero progetto possa avere successo per garantire anche agli agricoltori dei villaggi qualche forma integrativa di reddito rispetto alla magra economia di sostentamento che si trovano a condurre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good