Eravamo all’inizio di dicembre del 2001, quando i primi volontari dell’Associazione Kwizera arrivarono in Rwanda, dopo un lungo viaggio aereo, pagato di tasca propria da ognuno, come sarebbe stato per tutti i viaggi successivi. Cominciarono da Muhura, nel nord del Paese, a prendere i primi contatti con una realtà estremamente diversa e lontana; sono i primi piccoli passi. A Muhura, l’impegno dell’Associazione si concretizza nell’acquisto di un terreno, nei pressi dell’ospedale locale, da destinare alla costruzione di uno spaccio e di alloggi per infermieri e personale sanitario. Negli anni successivi, i volontari si sposteranno più a sud, nei pressi della città di Gitarama, sulla collina di Cyeza, dove già operano le Suore Oblate dello Spirito Santo, originarie della diocesi di Lucca. Qui, in fasi successive, vengono acquistati diversi appezzamenti di terreno, da destinare alla messa a coltura, per produrre alimenti da destinare alla mensa scolastica della scuola superiore di Cyeza. Poi, prendendo confidenza con la nuova realtà, gli impegni diventano più importanti. Viene acquistato un terreno su cui i volontari curano direttamente i lavori di edificazione di una stalla che sarà ultimata nel 2003. Ultimata la stalla, i volontari lasciano Cyeza e fanno ritorno nella diocesi di Byumba da dove erano partiti; Muhura si trova, infatti, in quella diocesi. Qui, operando in stretto contatto con l’economato diocesano, al tempo retto da don Paolo Gahutu, comincia un nuovo percorso che negli anni successivi porterà frutti copiosi. I quindici anni che seguiranno saranno anni di intensa attività, valorizzata anche dall’esperienza che i volontari andavano via via maturando sul campo, confrontandosi con una realtà nuova e complessa. Rivolgendosi oggi, a quasi venti anni di distanza dal quel muovere incerto delle prime missioni, a guardare quanto realizzato in questi anni, grazie all’impegno dei volontari, il sostegno dei benefattori e la continua vicinanza dei tanti amici, si fa una scoperta per certi versi sorprendente. Raggruppando in un unico luogo tutte le realizzazioni portate a termine in questi anni, l’Associazione avrebbe dato vita a una piccola città o, se preferite, a un grande villaggio. Ecco, forse, è meglio parlare di villaggio, il Villaggio Kwizera, il Villaggio della speranza. E allora andiamo a vedere, insieme, come questa realtà ha preso corpo al susseguirsi delle missioni annuali. All’inizio ci sono state due fattorie: la prima a Cyeza e poi quella edificata sulla collina di Nyinawimana, che ha visto il terrazzamento 43 ettari di collina, la realizzazione di una stalla e la fornitura di una quindicina di mucche da latte, la realizzazione di una cisterna di 150.000 litri, di un magazzino di stoccaggio e di un alveare. Proprio su questa collina di Nyinawimana (che in kinyarwanda significa Madre di Dio) potremmo idealmente raggruppare tutte le varie strutture che vanno a comporre il nostro Villaggio. Per cominciare, senza necessariamente rispettare la sequenza cronologica delle varie realizzazioni, vi troverebbero collocazione le 47 casette unifamiliari, edificate per dare un tetto ad altrettante famiglie, facenti parte della comunità batwa di Kibali, fino ad allora alloggiate in ricoveri di fortuna fatti di frasche e teli. Naturalmente un simile agglomerato necessita di tutte le strutture a supporto per il dispiegarsi di una vita quotidiana dignitosa. Ed allora ecco che l’acquedotto, come quelli realizzati a Kiruri ed a Rubaya e le quasi duecento cisterne per la raccolta dell’acqua piovana distribuite nell’ambito del Progetto Amazi (acqua in kinyarwanda), oltre che la linea elettrica, come quella stesa sempre a Kiruri, garantirebbero l’immediata vivibilità delle casette. Appena preso possesso delle nuove case, bisogna pensare ai bambini: rispondono alla bisogna un completo polo scolastico formato da un asilo, come l’asilo Carlin di Kagera gestito direttamente da Kwizera, e due edifici scolastici quali quelli realizzati rispettivamente a Kibali e a Kiruri, arricchiti di un locale servizi a supporto, oltre che di una grande sala polifunzionale intitolata al prof Felice Martinelli, tutti dotati degli arredi necessari. In linea con i principi ispiratori dell’impegno associativo non poteva mancare una presenza cristiana all’interno della comunità, per questo si è pensato a tutto quanto serve a una comunità parrocchiale; per cominciare la Chiesa, come quella di Bugarama, la casa parrocchiale e la sala della comunità quali quelle della parrocchia di Mutete, per finire con un vero e proprio centro parrocchiale come quello di Nyagahanga, con il suo oratorio, il campo di basket e le aule di formazione. Il nostro Villaggio può anche contare sulla presenza discreta di una comunità claustrale di suore clarisse che si trovano nel monastero di Nyinawimana alla cui realizzazione l’Associazione ha concorso, garantendo altresì sostegno alle attività agricole portate avanti dalla comunità. Laboratori, come quelli realizzati a Bungwe e ancora a Nyagahanga, completano la dotazione del nostro Villaggio Kwizera. Senza dimenticare che la comunità di villaggio è fatta di famiglie e di bambini; per questo si è cercato di dare una risposta ai loro bisogni con il Progetto Adozioni che, attraverso il sostegno a oltre 300 bambini, ha portato un vero aiuto ad altrettante famiglie e il Progetto Mikan che, coinvolgendo oltre 5.000 famiglie, ha dato loro, attraverso il dono di una semplice capretta, un segno di vicinanza e di speranza. La stessa speranza che si è voluto trasmettere alle giovani ragazze madri, riservando loro una speciale edizione Baby dello stesso Progetto Mikan. Poi ci siamo accorti che il nostro Villaggio mancava di un presidio sanitario, così abbiamo dato vita al Posto di sanità di Mubuga, intitolato ad Alfredo Pierotti, donato alla diocesi di Byumba e gestito dal centro sanitario di Kisaro. Fanno da supporto a questo nostro villaggio iniziative quali: il sostegno ai progetti agricoli dei batwa, momenti formativi e professionalizzanti e tutto quanto concorre all’armonico dispiegarsi di una vita comunitaria. Suggella la quasi ventennale presenza di Kwizera in Rwanda l’edificazione della Casa di Catia, dedicata alle ragazze madri, a ricordo di Catia Asti, una delle fondatrici dell’Associazione. ( Tratto da: Dentro il Rwanda)
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
domenica 23 marzo 2025
mercoledì 12 marzo 2025
Il mondo dell'informazione in una conferenza di mons. Angelo Riva
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Forse perché, come sottolineato da don Riva, il tema migratorio è quello che più risente del fenomeno della malinformazione: anche se gli esempi citati forse non erano del tutto convincenti. Tornando a noi. Proprio in materia di migrazioni, in quale categoria di disinformazione o malinformazione dovremmo appunto inquadrare la mancata pubblicazione da parte della stampa cattolica italiana dell’appello che l'Assemblea plenaria delle Conferenze episcopali dell'Africa Occidentale, raggruppante i vescovi dei 16 Paesi dell'area, nel 2019, emanò sul fenomeno migratorio che si chiudeva con questo chiaro invito rivolto ad ogni giovane africano: “Non lasciarti sviare da false promesse che ti condurranno alla schiavitù e ad un futuro incerto. Con il duro lavoro e la perseveranza puoi avere successo in Africa e, cosa più importante, rendere questo continente una terra prospera”?
sabato 1 marzo 2025
Attualita' di una spy story di Le Carré sul Kivu

mercoledì 19 febbraio 2025
Comunicato finale della Missione 2025
Si è conclusa la scorsa settimana la Missione 2025 in Rwanda dell’Associazione Kwizera, l’0rganizzazione di volontariato di Grosio, da anni operante nel Paese africano. La missione di questo anno è coincisa con un momento particolare delle vicende geopolitiche che interessano da anni la zona del Kivu al confine tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo: l’arrivo a Kigali è coinciso con la conquista di Goma, la capitale del Kivu, sul confine ruandese da parte dei ribelli delM23.Va detto che nessuna eco di questa vicende era percepibile in Rwanda, dove la vita procedeva nell’assoluta normalità così che la missione ha potuto svolgersi regolarmente, secondo programma: verificare l’andamento delle iniziative sostenute dall’associazione in loco. A partire dalle due scuole materne gestite dall’Associazione: l’asilo Carlin di Kagera nella parrocchia di Nyagahanga e l’asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko. Accompagnati da don Paolo Gahutu, il nostro Virgilio ruandese, e da don Cleto, il parroco di Nyagahanga, il primo giorno della missione ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin (qui trovate la sua storia). Ad accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie ruandesi, nonchè il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del genere. C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura in zona di altro centro per l’infanzia.L’incontro è servito a verificare i bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione. Il giorno successivo è stata la volta dell’Asilo nido della Casa di Catia e Rina. Ci ha accolto la direttrice, suor Marguerite, che dirige il complesso che comprende oltre alla Casa di Catia e Rina una struttura dove si tengono corsi professionali per le giovani ragazze madri dei bimbi del nido La trentina di piccoli festanti erano assistiti da due insegnanti laiche e da una volontaria canadese. I locali sono funzionalmente strutturati sul salone, dalle pareti vivacizzate da disegni adatti ai piccoli, ad un paio di camerette dormitorio e da un giardino con alcuni giochi. Il tutto ben tenuto e pulito. Diversi piccoli portano anche una divisa. Diversamente dall’asilo Carlin, che prevede solo l’apertura fino a mezzogiorno, qui i bambini rimangono al nido anche nel pomeriggio, consumando naturalmente il pranzo di mezzogiorno.Per il nido della Casa di Catia e Rina come per l’Asilo Carlin, l’Associazione Kwizera si fa carico di tutte le spese della gestione scolastica e di mantenimento della struttura. Appuntamento d’obbligo di ogni nostra missione è quello con la comunità Batwa (pigmei), o come si direbbe nel politicamente corretto ruandese “persone storicamente marginalizzate”, di Kibali alla quale negli ultimi anni si è aggiunta quella di Miyowe. Erano 79 i nuclei familiari a Kibali e 26 a Miyowe: ad ognuno è stato consegnato un sacco di 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais ruandese, quindi di colore bianco, per un totale di una tonnellata di alimenti. La Missione ha visto altri due momenti importanti: l’incontro con i bambini inseriti nel Progetto Adozioni e la visita alle Clarisse del monastero di Nyinawimana.La solerte e preziosa madame Pascasia, da sempre coordinatrice in loco del Progetto, ci ha fatto trovare una bella rappresentanza della trentina di bambini e bambine che beneficiano del sostegno delle famiglie italiane che li hanno adottati a distanza, con un contributo annuo di 120 euro che garantisce loro di affrontare le spese scolastiche e dell’assicurazione sanitaria. Per alcuni di loro è stata l’occasione per fare arrivare in Italia, via WhasApp, un saluto ai rispettivi benefattori. Accompagnati sempre da Pascasia abbiamo visitato il monastero delle clarisse, sostenuto fin dall’origine dall’Associazione nell’ambito del Progetto "Non di solo pane", dove abbiamo potuto visitare il piccolo laboratorio, allestito con il contributo dell’Associazione, per la produzione delle particole per la celebrazione della messa e la comunione dei fedeli. Da notare che l’attrezzatura per ritagliare le ostie è stato generosamente donata dalle suore Benedettine del monastero di Grandate. Con l’occasione si è anche messo in cantiere la realizzazione di un alveare che andrà ad incrementare la piccola fattoria già in attività all’interno del monastero.La missione ha vissuto un momento significativo nell’incontro a Butare con il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda (CRU), don Laurent Ntaganda.Oggetto dell’incontro è stato quello di individuare possibili ambiti di collaborazione della CRU con strutture accademiche italiane. Prima fra tutte l’università Cattolica di Milano con la cui Rettrice, la professoressa Elena Beccalli, martedì 11 febbraio, abbiamo avuto un proficuo incontro su possibili collaborazioni tra i due atenei, a partire da un supporto per istituire una facoltà di agraria in Rwanda. Se son rose fioriranno.
domenica 16 febbraio 2025
Incontro con la Rettrice dell'Università Cattolica di Milano
La nostra Missione in Rwanda ha avuto, al rientro in Italia, una importante appendice nell'incontro tenutosi martedì 11 febbraio con la Rettrice dell'Università Cattolica di Milano, professoressa Elena Beccalli, alla quale abbiamo recapitato la lettera del Rettore della CRU contenente una richiesta di collaborazione tra le due università. L'incontro è stato molto cordiale e proficuo. La prof.ssa Beccalli ha dimostrato vivo interesse alla realtà ruandese ed ha manifestato la sua intenzione a dar seguito alla richiesta di un supporto alla costituzione della facoltà di ingegneria agraria presso la CRU. Al riguardo ha indicato il direttore del Piano Africa della Cattolica, il prof. Mario Molteni, unitamente al preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Ambientali ed Alimentari di Piacenza, il prof. Pier Sandro Cocconcelli, come interlocutori per questo progetto di collaborazione. Nei giorni successivi, il prof. Molteni ha preso contatto con la sua controparte della CRU, il prof. don Lucien Hakizimana, per pianificare l'avvio di un percorso di collaborazione che ci auguriamo possa portare ad una proficua partneship tra le due università.
sabato 8 febbraio 2025
Incontro con i bambini delle Adozioni e con le Clarisse di Nyinawimana
La Missione ha visto altri due momenti importanti: l’incontro con i bambini inseriti nel Progetto Adozioni e la visita alle clarisse del monastero di Nyinawimana.La solerte e preziosa madame Pascasia, da sempre coordinatrice in loco del Progetto, ci ha fatto trovare una bella rappresentanza della trentina di bambini e bambine che beneficiano del sostegno delle famiglie italiane che li hanno adottati a distanza, con un contributo annuo di 120 euro, che garantisce loro di affrontare le spese scolastiche e dell’assicurazione sanitaria. Per alcuni di loro è stata l’occasione per fare arrivare in Italia, via WhasApp, un saluto ai rispettivi benefattori. Accompagnati sempre da Pascasia abbiamo visitato il monastero delle clarisse, sostenuto fin dall’origine dall’Associazione nell’ambito del Progetto "Non di solo pane", dove abbiamo potuto visitare il piccolo laboratorio, allestito con il contributo dell’Associazione, per la produzione delle particole per la celebrazione della messa e la comunione dei fedeli. Con l’occasione si è anche messo in cantiere la realizzazione di un alveare che va ad incrementare la piccola fattoria già in attività all’interno del monastero.
Ancora chiusa la maggior parte delle chiese
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Chiesa di Nyagahanga |
Il Posto di sanità di Mubuga
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Il giorno dell'inaugurazione |
Incontro con il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda
martedì 4 febbraio 2025
Una tonnellata di viveri per gli amici batwa
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Kibali |
Appuntamento d’obbligo di ogni nostra missione è quello con la comunità Batwa, o come di direbbe nel politicamente corretto ruandese “persone storicamente marginalizzate” di Kibali alla quale negli ultimi anni si è aggiunta quella di Miyowe. Erano 79 i nuclei familiari a Kibali e 26 a Miyowe: ognuno dei quali è stato consegnato un sacco di 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais ruandese, quindi di colore bianco, per un totale di una tonnellata di alimenti. L’incontro con queste comunità fa toccare con mano situazioni di vera emarginazione che, nel tempo, nonostante l’impegno dei tanti donatori, non hanno subito l’inversione di tendenza sulla via dello sviluppo messo in atto dal resto della società ruandese. Forse è anche per questo che qualche ecclesiastico autorevole ci faceva notare, con linguaggio curiale, che questa nostra attenzione verso queste comunità forse non neccessariamente incontra l’apprezzamento delle autorità civili.
domenica 2 febbraio 2025
A Rwamiko tracce del Progetto Mikan
venerdì 31 gennaio 2025
Al nido della Casa di Catia e Rina
Secondo appuntamento della Missione 2025 è
l’asilo nido della Casa di Catia e Rina la cui storia trovate qui. Il viaggio
verso Rwamiko, dove si trova la Casa, comincia con un fuori programma. Infatti,
era previsto che la jeep messaci a disposizione da don Paolo fosse guidata da
un suo autista. Purtroppo, o forse è meglio dire per fortuna, all’uscita dal
garage l’autista compiva una manovra decisamente improvvida tanto da
consigliare lo stesso don Paolo a riassumere il ruolo di autista ed
accompagnarci in questo nuovo viaggio, disdicendo gli impegni presi. Noi non
possiamo che ringraziarlo, soprattutto alla luce della strada dissestata che ci
attendeva nel secondo tratto del percorso, dove non immaginiamo come avrebbe
saputo districarsi il primo autista.
giovedì 30 gennaio 2025
Anche questa volta si parte dall'asilo Carlin
Accompagnati da don Paolo e da don Cleto, il parroco di
Nyagahanga, oggi ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della
campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin di cui qui trovate tutta la storia. Ad accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e
Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della
parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero
onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il
capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie
ruandesi, nonché il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza
il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati
positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del
genere. C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore
rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura
in zona di altro centro per l’infanzia.L’incontro è servito a verificare i
bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione: quest’anno è
emersa la necessità di dotarsi, su richiesta delle autorità civili, di due
servizi igienici per portatori di handicap che provvederemo a realizzare a
breve. Va inoltre rifatta la targa con la foto di Carlin, in quanto ormai consunta,
e programmare una recinzione della zona giochi per preservare le attrezzature che
senza protezione sono soggette ad un veloce deterioramento.
Come l’anno scorso, le maestre hanno voluto riservarci un piccolo e simpatico segno di riconoscenza:25 uova, che abbiamo provveduto a consegnare alla cuoca della parrocchia di Mulindi, retta da don Paolo, dove siamo ospiti. Da parte nostra avevamo portato ai bambini dei dolci, che hanno golosamente consumato insieme alla bevanda a base di farina di sorgo che quotidianamente viene loro data a metà mattinata, ed alle maestre l’annuncio di un piccolo aumento del loro stipendio. Rileggendo le cronache del passato sembra il ripetersi delle solite scene, ma a ben pensarci è invece il perpetuarsi di una bella storia di solidarietà che vede la comunità grosina vicina e partecipe alla vita di una realtà lontana e meno fortunata.
mercoledì 29 gennaio 2025
In viaggio verso Kigali
mercoledì 15 gennaio 2025
Ritorno in Rwanda: Missione Kwizera 2025
La Missione 2025 dell'Associazione Kwizera in Rwanda si svolgerà dal 28 gennaio al 10 febbraio. Gli appuntamenti, anche per quet'anno, prevedono il soppralluogo alle iniziative che l'Associazione ha promosso nell'ambito della diocesi di Byumba: dall'asilo Carlin di Kagera all'asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko, fino al Posto di sanità di Mubuga. A queste si affiancano il sostegno al monastero delle Clarisse di Nyinawimana ed alle comunità batwa di Kibali e Myiowe, per finire al progetto Adozioni. La visita alle diverse realtà serve a verificarne l'andamento, riscontrare necessità di interventi manutentivi sulle strutture e raccogliere le istanze dei gestori circa particolari esigenze che dovessero presentarsi. Come per il passato potremo contare sui numerosi amici e collaboratori locali che non ci faranno mancare il loro supporto e la loro vicinanza. Naturalmente daremo conto della Missione con un puntuale resoconto su questo blog.