"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 22 gennaio 2008

La chiesa di Bugarama

Domenica 20 gennaio 2008, a Bugarama nel nord del Rwanda, la piccola repubblica del centro Africa segnata dalla tragedia del 1994 quando al culmine di una cruenta guerra civile si contarono centinaia di migliaia di morti, è stata consacrata dal vescovo di Byumba, mons Servilien Nzakamwita, una piccola chiesa dedicata alla Beata Maria Vergine delle Grazie in un gemellaggio ideale con il santuario di Grosotto. Un altro è però il legame che unisce idealmente questo angolo d’Africa con Grosotto. Infatti, la realizzazione della nuova chiesa è stata voluta dalla signora Daniela Trinca Colonel per onorare la memoria del padre Bernardo che del Santuario di Grosotto è stato, per oltre 60 anni, assiduo e attento custode e sagrestano. Il tutto è avvenuto nel segno dell’amicizia con Don Paolo Gahutu, parroco di Nyagahanga di cui Bugarama è una sottoparrocchia, che nel lontano 1994, in fuga dalla tragedia che infuocava il suo paese, approdò da rifugiato con altri due seminaristi in Valtellina. Accolto inizialmente dalla comunità di Grosio, è rimasto poi a Roma il tempo necessario per concludere gli studi fino all’ordinazione sacerdotale. Don Paolo ha sempre mantenuto un legame particolare con gli amici di Grosio e di Grosotto, anche dopo il suo ritorno in Rwanda, dove, nel 2003, qualche amico ha voluto fargli visita. Dagli incontri in terra rwandese, il secondo è avvenuto nella primavera di quest’anno, è nata l’idea di cementare questo legame con un’iniziativa del tutto particolare come quella di edificare, in una delle sottoparrocchie che ne era sprovvista, una chiesa che riecheggiasse, nella dedica, l’antico legame con la Valtellina. Il progetto ha trovato la sua piena realizzazione domenica. Il nuovo edificio, in mattoni di terra rossa e con il tetto di lamiera, è stato edificato in pochi mesi su un pianoro alla sommità di una collina, cui fanno corona tutto intorno, a perdita d’occhio, altre verdi colline rwandesi. Sui due lati, al limite del pianoro, due edifici scolastici tengono compagnia alla nuova chiesa. Sul frontale, sopra la porta d’ingresso, una scritta in lingua locale ricorda la dedica alla Beata Maria Vergine delle Grazie, ripetuta in latino all’interno sulla parete di fondo, alle spalle dell’altare, dove oltre al crocefisso è posto anche un piccolo quadro con una riproduzione di un’antica stampa della Beata Vergine di Grosotto . Sull’altare, una targhetta in ottone ricorda poi tre sacerdoti amici, scomparsi negli ultimi anni, mons. Virgilio Levi, don Norberto Damiani e don Giovanni Rapella.La cerimonia di consacrazione di domenica scorsa ha visto una calda partecipazione della comunità; oltre cinquecento persone assiepate nella piccola chiesa hanno scandito, con canti e movimenti di danza, i vari momenti della celebrazione. Al termine, ed erano passate ormai tre ore, sull’ampio pianoro antistante la chiesa, una vera e propria festa di popolo scandita da discorsi, scenette e danze tradizionali, ha concluso una giornata particolarmente significativa per la piccola comunità di Bugarama che, da domenica, per vivere appieno la propria fede può contare su questa nuova chiesa.

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