"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 23 febbraio 2019

Rwanda: significativi risultati nel contrasto alla malaria


Seguendo il piano di emergenza per la malaria messo in atto nel 2016,  secondo il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicato lo scorso anno, c'è stata  una riduzione stimata del carico di malaria del Paese, con 430.000 casi in meno registrati nel 2017 rispetto al 2016, con una diminuzione del 50% dei  casi gravi di malaria e mortalità. 
Principale fattore di successo è attribuibile all'introduzione della gestione domiciliare della malaria (HBM) per adulti e bambini, attraverso operatori sanitari della comunità (CHW)*, che ha permesso una diagnosi precoce della malaria. Prima di introdurre questa strategia, infatti, i pazienti dovevano recarsi in strutture sanitarie, lontane dalle loro case, per cercare servizi medici, con conseguente ritardo nell'erogazione del servizio e aumento del numero di casi gravi di malaria e mortalità. Prima del 2015, i lavoratori della sanità della Comunità potevano gestire la malaria solo sotto i cinque anni, ma nel 2016 i risultati hanno dimostrato che anche le persone adulte possono essere gestite da CHW ben addestrati. Con una forte supervisione dei centri sanitari nei bacini di utenza, i lavoratori sono ben equipaggiati per gestire la febbre a livello di comunità, ma forniscono anche altri servizi relativi alla salute e sono addestrati su come e quando segnalare o notificare casi complicati.I CHW stanno ricevendo test rapidi di malaria e farmaci antimalarici in modo che possano facilmente fornire servizi a chi ne ha bisogno. L'erogazione di servizi gratuiti per contrastare la malaria per le persone più povere (Classi Ubudehe 1 e 2) a livello di comunità hanno notevolmente contribuito a incrementare il ricorso ai servizi sanitari da parte della popolazione.
Altre strategie chiave per il controllo della malaria includono la distribuzione di massa delle zanzariere a tutta la popolazione (copertura universale), la distribuzione di routine delle zanzariere nei gruppi più vulnerabili (donne in gravidanza e meno di un anno).  Includono anche l'IRS (Indoor Residual Spraying) nei distretti più colpiti, la diagnosi precoce e il trattamento a livello di comunità e l'educazione delle comunità per la prevenzione della malaria e l'uso dei servizi.
Dal 2016 al 2018, i casi di malaria sono diminuiti più di 10 volte nei distretti di Nyagatare e Kirehe, dove è stata attuata in modo sostenibile l'Indoor Residual Spraying (IRS).Problemi di budget hanno consentito che solo 5 dei 15 distretti fossero coinvolti nel piano di irrrorazione  nel 2017 e nel 2018.


Nonostante gli evidenti progressi e numerosi sforzi combinati la  malaria continua a rappresentare una vera preoccupazione per la salute pubblica in Rwanda.

* Chi sono gli operatori sanitari della comunità-CHW ( da Aiutiamoli a casa loro Il modello Rwanda)
In ognuno delle quasi 15.000 cellule-villaggi ruandesi è attiva una coppia di assistenti sanitari (Community Health Workers-CHW), un uomo e una donna, che vigilano sulle necessità della popolazione in materia assistenziale e sanitaria, oltre che un’animatrice (ASM) responsabile della salute materna e neonatale e degli screening sulla malnutrizione. Questo personale volontario viene scelto dalla comunità di villaggio, di circa 100-150 famiglie, tra persone affidabili e oneste di media età, capaci di leggere e scrivere, a cui viene somministrata una formazione di massima per poter espletare l’incarico. Questi agenti periferici del sistema sanitario sono dotati di un cellulare col quale possono segnalare, attraverso appositi codici, le diverse patologie riscontrate ai servizi di emergenza o al medico di un vicino ospedale, che può quindi intervenire il più rapidamente possibile. La massa di dati trasmessi attraverso l’applicazione di e-health, RapidSMS, attiva dal 2009, consente agli ospedali interessati di anticipare con precisione il numero di consegne previste nelle due settimane successive e, quindi, ai dipartimenti interessati di organizzarsi di conseguenza. Coordinatori di zona vigilano sull’attività a livello di villaggio, monitorando la tenuta dei registri delle visite, il consumo di farmaci e la gestione degli stessi. 

Nessun commento: