Nadine Claire Kasinge |
Ha cominciato con gli scout dell’Agesci a Firenze poi si è avvicinata al PD toscano, ha quindi lavorato per la Florence Multimedia, la società che curava la comunicazione per la Provincia presieduta da Matteo Renzi, adesso vuole rientrare nel suo
paese, il Rwanda, per buttarsi nell’agone politico e partecipare, come
portavoce di un piccolo partito politico di opposizione, Ishema, alle prossime
elezioni presidenziali, sempre che riesca ad approdare a Kigali, la capitale. Stiamo
parlando della trentaseienne rwandese Nadine Claire Kasinge che, con il piccolo
figlio, Kejo Skyler, di sette mesi, è stata bloccata,
mercoledì scorso 23 novembre, nell’area transiti dell’aeroporto di Nairobi, in
Kenya, dove era sbarcata da un volo Kenya Airways proveniente da Amsterdam con
destinazione finale Kigali, unitamente a padre Thomas Nahimana, segretario del partito Ishema, e di un altro compagno di partito. La piccola delegazione che intendeva
rientrare in Rwanda per partecipare alle prossime elezioni presidenziali del
2017, a cui padre Nahimana vorrebbe candidarsi, è rimasta bloccata a terra non avendo
ricevuto l’ok delle autorità rwandesi all’ingresso in Rwanda, per motivi burocratici.
Ecco la storia di questa emula di Renzi, almeno per la parte di formazione giovanile, così come l’interessata l’ha raccontata in occasione di una manifestazione pubblica tenutasi in Canada nel 2015.
Originaria della prefettura di Byumba, si trovava in città quando nella notte del 06-07 Aprile 94, tutta la sua famiglia, che si era trasferita nella capitale per lavoro, viene sterminata dalle milizie ribelli: muoiono la madre, il padre, un fratello e 3 sorelle. Rimasta orfana a tredici anni, come migliaia di altri bambini rwandese, si rifugia da profuga in Zaire, attuale R.D. del Congo, passando per Goma, condividendo la miseria dei campi profughi.
Nell'agosto del 1995 ha la possibilità di lasciare il campo profughi di Kibumba e approdare a Firenze, dove può tornare sui banchi di scuola. “Quando sono arrivato in Italia - ricorda Nadine - ho avuto la possibilità di essere accolta e integrata in un gruppo scout che mi ha insegnato molto sulla vita nella società e ha risvegliato la mia consapevolezza sul ruolo di ciascuno nella costruzione o distruzione di un paese. E’ stata l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), che ha instillato nella mia mente i valori essenziali come il coraggio, il patriottismo, la libertà, la condivisione, l'efficienza del lavoro di squadra, ecc ... E nel movimento scout che sono stata sedotta dall’importanza del lavoro in rete, ma, soprattutto, ho capito il valore del senso di responsabilità “.
Ecco la storia di questa emula di Renzi, almeno per la parte di formazione giovanile, così come l’interessata l’ha raccontata in occasione di una manifestazione pubblica tenutasi in Canada nel 2015.
Originaria della prefettura di Byumba, si trovava in città quando nella notte del 06-07 Aprile 94, tutta la sua famiglia, che si era trasferita nella capitale per lavoro, viene sterminata dalle milizie ribelli: muoiono la madre, il padre, un fratello e 3 sorelle. Rimasta orfana a tredici anni, come migliaia di altri bambini rwandese, si rifugia da profuga in Zaire, attuale R.D. del Congo, passando per Goma, condividendo la miseria dei campi profughi.
Nell'agosto del 1995 ha la possibilità di lasciare il campo profughi di Kibumba e approdare a Firenze, dove può tornare sui banchi di scuola. “Quando sono arrivato in Italia - ricorda Nadine - ho avuto la possibilità di essere accolta e integrata in un gruppo scout che mi ha insegnato molto sulla vita nella società e ha risvegliato la mia consapevolezza sul ruolo di ciascuno nella costruzione o distruzione di un paese. E’ stata l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), che ha instillato nella mia mente i valori essenziali come il coraggio, il patriottismo, la libertà, la condivisione, l'efficienza del lavoro di squadra, ecc ... E nel movimento scout che sono stata sedotta dall’importanza del lavoro in rete, ma, soprattutto, ho capito il valore del senso di responsabilità “.
L'ingiustizia e il male sperimentati in Rwanda, la violenza e la povertà provate
in Congo, lungi dallo scoraggiarla e dal farle dimenticare il Rwanda, sono la
molla di un nuovo impegno “nella costruzione della pace e di un mondo migliore”. Ha
così inizio l’impegno politico nel Partito Democratico italiano, dove – aggiunge Nadine- “ho imparato ad
amare gli uomini e le donne in politica, perché ho sperimentato, da dentro, l'entità degli enormi sacrifici che sono necessari al fine di arrivare al
potere e governare il paese e promuovere l'interesse generale, imparando
altresì l'importanza vitale che un leader politico sia affiancato da un
vero team di collaboratori e non di servi. Il successo politico dipende molto da questi due punti”.
Nel 2009 sposa Albert, un connazionale, con l’idea che “la mia vita si
sarebbe svolta in Italia”. In realtà la decisione di amare e sposare un uomo
rwandese, è un passo decisivo: “come se
avessi lasciato l'Italia per scegliere di sposare il Rwanda”, ricorda
Nadine.
Dopo quattro anni in cui cerca di mettere a frutto tutto il bagaglio di
conoscenze che aveva acquisito nel Pd italiano, senza peraltro trovare un
raggruppamento politico in cui impegnarsi, nel 2013 incontra padre Thomas
Nahimana e con lui ed altre 10 compagni lancia il Partito Ishema.
Da qui comincia un nuovo impegno, i cui sviluppi, prevedibilmente non facili, sono tutti da scrivere.
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