"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 12 novembre 2016

Continua il ping pong giudiziario Francia-Rwanda

I rapporti franco–rwandesi stanno rivivendo un momento particolarmente delicato, dopo che già in passato si era arrivati a una rottura diplomatica tra il 2006 3 il 2009. La materia  del contendere, come nel passato, è l’azione della magistratura francese che all'inizio di ottobre  ha imprevedibilmente riaperto il dossier sull’abbattimento, il 6 aprile 1994, dell’aereo presidenziale, che aveva portato alla morte dell'ex presidente Juvenal Habyarimana  e del suo omologo burundese, oltre naturalmente all’equipaggio francese. Alla mossa francese ha risposto la giustizia rwandese con l’esplicita minaccia di incriminazione di esponenti francesi con l’accusa di aver '' deliberatamente assistito nella progettazione ed esecuzione di genocidio ruandese che ha ucciso più di un milione di persone. '' La reazione rwandese fa seguita all’intenzione dei  giudici francesi che hanno deciso di rilanciare la loro indagine per  sentire l'ex capo di stato maggiore rwandese e da ultimo ambasciatore in India, gen. Faustin Kayumba Nyamwasa, attualmente in esilio in Sud Africa, dove è stato oggetto di un  attentato. Dopo che la Commissione nazionale contro il Genocidio (CNLG) aveva  pubblicato nei giorni scorsi un rapporto “La manipolazione del dossier dell’aereo di Habyarimana, un occultamento di responsabilità francesi nel genocidio ", in cui comparivano i nomi di 22 alti ufficiali francesi accusati di essere coinvolti nel genocidio del 1994, ieri il ministro degli Esteri rwandese, signora  Louise Mushikiwabo, reagendo a quella che ha definito  “l'intimidazione giudiziaria francese", ha preannunciato una nuova lista contenente i nomi di alti funzionari francesi accusati di complicità nel genocidio, aggiungendo che  "come paese, siamo arrivati ​​a un punto in cui dobbiamo dire che l'attività, l'impunità, l'atteggiamento e le azioni della Francia belligerante non sono più accettabili” arrivando a minacciare di rendere pubbliche tutte le informazioni che indicano chiaramente il coinvolgimento di vari funzionari francesi, militari, politici e dei servizi segreti e tutte le persone che hanno giocato un ruolo nel genocidio.
Alla luce degli ultimi avvenimenti è probabile che l'ambasciata francese a Kigali rimarrà ancora per qualche tempo senza ambasciatore; lo è da oltre un anno, dopo che  l'ambasciatore inizialmente designato dalla Francia non ha raccolto il gradimento delle autorità rwandesi e, nel frattempo, è già stato  inviato nella Guinea equatoriale. 

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