Sono trascorsi solo tre giorni dalla lettera di scuse dei vescovi rwandesi per le colpe che singoli componenti della Chiesa abbiano potuto commettere nell'ambito del genocidio, e ieri è arrivata, abbastanza prevedibile, la reazione ufficiale del Governo. In un comunicato ufficiale, il governo, dopo aver sottolineato " la profonda inadeguatezza" della presa di posizione dei vescovi rwandesi, che evidenzia come "la Chiesa cattolica sia ancora lontana da una resa dei conti completa e onesta con le sue responsabilità morali e legali", chiede esplicitamente "le scuse da parte del Vaticano, come è accaduto più volte con altri casi di minore entità". Non piace, in particolare, al governo rwandese che " i vescovi sembrino escludere qualsiasi colpa della Chiesa cattolica nel suo complesso in relazione al genocidio" quando "ogni ricostruzione storica contraddice questa affermazione di divisione". Il documento del governo deplora altresì "che alcuni sacerdoti si siano apparentemente rifiutati di leggere il messaggio dei vescovi ai fedeli come previsto, dissociandosi quindi anche da questo debole espressione di rammarico". Rimane il parziale apprezzamento per "la presa di posizione dei vescovi sull'importanza della lotta contro l’ideologia del genocidio" cui si aggiunge l'assicurazione che le autorità "continueranno a impegnarsi in un dialogo aperto e franco con dirigenti della Chiesa con l’intento di incoraggiare la Chiesa cattolica ad affrontare il proprio passato, senza scuse o paura, proprio come hanno fatto gli stessi rwandesi negli ultimi ventidue anni".
Di seguito riportiamo il testo della presa di posizione del governo rwandese.
" Il governo
rwandese prende atto della recente iniziativa di nove vescovi cattolici del Rwanda
di chiedere scusa, in modo generale, per alcuni degli atti commessi da alcuni
membri della Chiesa cattolica durante il genocidio contro i tutsi.
Questo
passaggio è il benvenuto, come espressioni individuali di rimorso. Tuttavia, la sua profonda
inadeguatezza serve solo a mettere in evidenza fino a che punto la Chiesa
cattolica è ancora lontana da una resa dei conti completa e onesta con le sue
responsabilità morali e legali.
In primo
luogo, come si scusano per conto di alcuni individui senza nome, i vescovi
sembrano escludere qualsiasi colpa della Chiesa cattolica nel suo complesso in
relazione al genocidio.Ogni ricostruzione storica contraddice questa
affermazione di divisione.
In secondo
luogo, è deplorevole che alcuni sacerdoti si siano apparentemente rifiutati di
leggere il messaggio dei vescovi ai fedeli come previsto, dissociandosi quindi
anche da questo debole espressione di
rammarico.
Infine,
data la portata dei crimini, c'è ampia giustificazione per le scuse da parte
del Vaticano, come è accaduto più volte con altri casi di minore entità.
Il governo
rwandese loda la presa di posizione dei vescovi sull'importanza della lotta
contro l’ideologia del genocidio, e continuerà a impegnarsi in un dialogo
aperto e franco con dirigenti della Chiesa con l’intento di incoraggiare la Chiesa cattolica ad affrontare
il proprio passato, senza scuse o paura
, proprio come hanno fatto gli stessi
rwandesi negli ultimi ventidue anni".
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