"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 24 novembre 2016

Scuse dei vescovi insufficienti, per il governo rwandese servono quelle del Vaticano

Sono trascorsi solo tre giorni dalla lettera di scuse dei vescovi rwandesi per le colpe che singoli componenti della Chiesa abbiano potuto commettere nell'ambito del genocidio, e ieri è arrivata, abbastanza prevedibile, la reazione ufficiale del Governo. In un comunicato ufficiale,  il governo, dopo aver sottolineato " la profonda inadeguatezza" della presa di posizione dei vescovi rwandesi, che evidenzia come "la Chiesa cattolica sia ancora lontana da una resa dei conti completa e onesta con le sue responsabilità morali e legali", chiede esplicitamente "le scuse da parte del Vaticano, come è accaduto più volte con altri casi di minore entità". Non piace, in particolare, al governo rwandese che " i vescovi sembrino escludere qualsiasi colpa della Chiesa cattolica nel suo complesso in relazione al genocidio" quando "ogni ricostruzione storica contraddice questa affermazione di divisione". Il documento del governo deplora altresì "che alcuni sacerdoti si siano apparentemente rifiutati di leggere il messaggio dei vescovi ai fedeli come previsto, dissociandosi quindi anche da questo  debole espressione di rammarico". Rimane il parziale apprezzamento per "la presa di posizione dei vescovi sull'importanza della lotta contro l’ideologia del genocidio" cui si aggiunge l'assicurazione che le autorità "continueranno a impegnarsi in un dialogo aperto e franco con dirigenti della Chiesa con l’intento di  incoraggiare la Chiesa cattolica ad affrontare il proprio passato, senza scuse o  paura, proprio come hanno fatto  gli stessi rwandesi negli ultimi ventidue anni".

Di seguito riportiamo il testo della presa di posizione del governo rwandese.
" Il governo rwandese prende atto della recente iniziativa di nove vescovi cattolici del Rwanda di chiedere scusa, in modo generale, per alcuni degli atti commessi da alcuni membri della Chiesa cattolica durante il genocidio contro i tutsi.
Questo passaggio è il benvenuto, come espressioni individuali  di rimorso. Tuttavia, la sua profonda inadeguatezza serve solo a mettere in evidenza fino a che punto la Chiesa cattolica è ancora lontana da una resa dei conti completa e onesta con le sue responsabilità morali e legali.
In primo luogo, come si scusano per conto di alcuni individui senza nome, i vescovi sembrano escludere qualsiasi colpa della Chiesa cattolica nel suo complesso in relazione al genocidio.Ogni ricostruzione storica contraddice questa affermazione di divisione.
In secondo luogo, è deplorevole che alcuni sacerdoti si siano apparentemente rifiutati di leggere il messaggio dei vescovi ai fedeli come previsto, dissociandosi quindi anche da questo  debole espressione di rammarico.
Infine, data la portata dei crimini, c'è ampia giustificazione per le scuse da parte del Vaticano, come è accaduto più volte con altri casi di minore entità.

Il governo rwandese loda la presa di posizione dei vescovi sull'importanza della lotta contro l’ideologia del genocidio, e continuerà a impegnarsi in un dialogo aperto e franco con dirigenti della Chiesa con l’intento di  incoraggiare la Chiesa cattolica ad affrontare il proprio passato, senza scuse o  paura , proprio come hanno fatto  gli stessi rwandesi negli ultimi ventidue anni".

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