Bernard con Bonaventure |
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
sabato 31 gennaio 2015
Con Bernard s'impara l'italiano
mercoledì 28 gennaio 2015
Diario Missione 2015
Riunione
sul progetto batwa
Sollecitata
dall’Associazione Kwizera e promossa dal vescovo di Byumba, mons Servillien, si è tenuta, presso la diocesi, una riunione coordinata dal direttore delle
Caritas, don Emmanuele,per affrontare la grave situazione venutasi a creare
nell’ambito della comunità batwa di Kibali. Erano presenti i rappresentanti della diocesi protestante,
della Croce Rossa, della Caritas e da ultimo, con quasi due ore di ritardo, si
sono presentati anche i rappresentanti delle istituzioni locali. Dopo un’ampia
discussione che ha affrontato il problema da diversi punti di vista si è giunti
alla conclusione che verrà istituito un comitato di coordinamento tra i diversi
soggetti coinvolti. Il Comitato dovrà presentare delle proposte d’intervento,
previa ricognizione dello stato di fatto della situazione a Kibali ( quante
famiglie sono rimaste, quante case sono state distrutte o danneggiate), anche
alla luce delle diverse iniziative ancora in essere da parte dei diversi
soggetti.Nell’immediato è emerso
l’orientamento di privilegiare, da
subito, il recupero dei bambini all’abbligo scolastico anche attraverso la loro
ammissione alle mense scolastiche. Al riguardo è stata espressa la
disponibilità da parte dell’Associazione Kwizera di destinare la metà dell’importo erogato ai 23 ragazzi
inseriti nel programma adozioni a pagare la retta della mensa pari a 12.000 frw
al trimestre.A breve il Comitato farà conoscere le linee possibili di
intervento. Rispetto al passato, quando interventi scoordinati tra i vari
soggetti coinvolti hanno portato non poco disorientamento nei batwa e procurato
intralcio a interventi già programmati, si è perlomeno fatto il passo importante di creare un coordinamento.
Riunione
sacerdoti
I
rappresentanti dell’Associazione unitamente al sacerdote di coordinamento con
la diocesi, don Paolo Gahutu, hanno
incontrato i rappresentanti di tutte le
parrocchie, mancavano solo la parrocchia di Kiziguro eMuhura, per rappresentare le linee
d’intervento associativo nel corso del 2015.Ci si è soffermati in particolare sul Progetto
Mikan, su cui è stata sollecitata l’attivazione di nuovi gruppi per le
parrocchie con minor numero di assegnazioni in essere, e su cui è emerso che
qualche parroco non era a conoscenza dell’esistenza del manuale di istruzioni.
Don Isidoro; parroco di Burehe e responsabile della pastorale familiare, ha
reso una testimonianza sull’esperienza, sottolineandone le potenzialità per la
pastorale, manche per le casse
parrocchiali, visto che il supero di capretti rispetto ai numeri richiesti dal
progetto va a beneficio della parrocchia. Per il Progetto Amazi, visto l’approssimarsi della stagione delle piogge, è stata sollecitata una risposta in tempi
strettissimi. I progetti di
finanziamento avranno invece tempi più lunghi di presentazione: dovranno
pervenire entro Pasqua.E’ seguita una franca discussione con richieste di
chiarimento su diversi aspetti, ivi compresa la logica che l’Associazione segue
nella propria azione, piuttosto che sulle cose che non hanno funzionato in
questi anni ( scarso coordinamento con gli interventi diocesani piuttosto che
la scarsa trasparenza di certi progetti presentati).Nel complesso una riunione
ben riuscita,apprezzata dai presenti, che si è conclusa con il pranzo offerto dall’Economato
diocesano.
lunedì 26 gennaio 2015
Inizia il nuovo anno scolastico al Petit Seminaire di Rwesero
Il nuovo muro di cinta del Petit Seminaire |
Domenica giornata di arrivi degli studenti al Petit Seminaire di Rwesero: da domani, come per il resto delle scuole rwandesi, inizierà il nuovo anno scolastico che si protrarrà fino a novembre.Li accoglie una novità; nella pausa delle vacanze il rettore Don Paolo Gahutu ha disposto la realizzazione di un muro di cinta che protegge l’intero complesso del campus scolastico rimanendo esclusi solo i locali che ospitano gli animali della fattoria e i terreni agricoli. L’opera sostenuta da diversi benefattori, ivi compresa l’Associazione Kwizera, oltre a offrire un gran bel colpo d’occhio, mette in sicurezza i giovani che frequentano la scuola che da qui in avanti non avranno neppure la tentazione di qualche scappatina fuori ordinanza.
L'entrata riportata a nuovo |
sabato 24 gennaio 2015
Sul lavaggio delle mani dei ministri straordinari della Comunione in Rwanda
All’interno
delle sante messe celebrate in terra rwandese a cui abbiamo assistito, sempre
liturgicamente ben curate oltre che molto partecipate da parte dei fedeli, ci
ha sempre attirato un particolare atto
che non ha riscontro nelle sante messe
delle nostre parrocchie italiane.I ministri straordinari della Comunione, che
sin dall’inizio della messa si trovano sull’altare nelle loro vesti da
cerimonia, prima di apprestarsi alla
distribuzione delle particole, si sottopongono al lavaggio delle mani in vaschette d’acqua collocate in prossimità dell’altare
stesso. Abbiamo sempre ritenuto tale gesto di un qualche valore simbolico, fino
a quando abbiamo appreso da un amico sacerdote, con specifica conoscenza in materia liturgica, che
si tratta di una pratica, diffusa in tutta la Chiesa rwandese, avente la sola
finalità igienica di ripulire le mani. Nonostante questa puntualizzazione, continuiamo
a percepire quel gesto come un momento in cui simbolicamente il ministro
straordinario della Comunione, con quel lavaggio rende “ nuove” le proprie mani
-mani che nella quotidianità sono di un operaio, di un contadino, di una
casalinga, di un papà, di una mamma, di
un coniuge- per metterle al servizio dell’Eucarestia.D’altronde,
il lavaggio per mere finalità igieniche,
che per inciso non dovrebbe semmai riguardare solo i cristiani rwandesi, potrebbe
avvenire tranquillamente in sagrestia prima che il corteo del celebrante, dei
chierichetti e degli stessi ministri della Comunione muova in corteo verso l’altare, come si usa
fare nelle chiese rwandesi. L’aver collocato questo momento all’interno della
santa messa, e non nel chiuso della sagrestia, assume per lo meno il
significato di renderne edotta l’assemblea dei fedeli. Forse in futuro qualche
bravo liturgista saprà dare una sua fondata valenza dal punto di vista liturgico
a un gesto che non è solo o non dovrebbe essere il surrogato povero del
passarsi un po’ di Amuchina sulle mani per disinfettarle.Peraltro anche l’attuale
rito del lavabo da parte del
sacerdote ebbe origini pratiche per acquisire solo successivamente un valore
simbolico.
venerdì 23 gennaio 2015
Diario Missione 2015
Progetto
JMV
Prosegue il Progetto JMV
(Jeunes en Marche vers la Vie- Giovani in Marcia verso la Vita) che prevede l’erogazione
di dieci borse di studio di Frw 250.000 cad. ( circa 300 euro) che copre gran
parte della retta scolastica,ad
altrettanti studenti frequentanti il secondo ciclo presso il Petit Seminaire di
Rwesero, di cui è rettore don Palo
Gahutu. Per l’anno 2015, solo quattro dei beneficiari della borsa di studio nel 2014 hanno mantenuto i requisiti di merito
richiesti ( riportare una media di voti superiore a quella complessiva della propria classe), mentre i rimanenti non
avendo rispettato questo requisito hanno
ì perso il diritto alla borsa di studio. Si sono liberate così sei borse di
studio che sono stata assegnate quattro ad altrettanti studenti della prima classe
del secondo ciclo e due a quelli del terzo e ultimo anno.Grazie al generoso
contributo della Parrocchia di Grosio, che già negli anni scorsi ha sostenuto le iniziative dell'Associazione Kwizera, sono stati inoltre attivati anche sedici
buoni studio dell’importo di 50.000 franchi rwandesi cadauno da distribuire agli
studenti bisognosi del primo ciclo di studi.
Progetto Batwa
Un
sopralluogo al villaggio batwa di Kibali che abbiamo effettuato nella giornata di mercoledì ha permesso di prendere atto della
grave situazione venutasi a creare all’interno della comunità, anche a seguito
di gravi incidenti accorsi, di cui avremo modo di riferire al termine della
missione, quando avremo un quadro più preciso di quanto accaduto.
Ad una prima
ricognizione emerge che alcune case risultano totalmente distrutte, altre
gravemente danneggiate, altre infine ancora dignitosamente tenute.Alcune della famiglie della comunità risultano aver abbandonato il villaggio per altre destinazioni.
Su
sollecitazione dell’Ass- Kwizera è stata nel frattempo indetta per martedì prossimo una
riunione con tutte le parti interessate al problema: autorità civili,
rappresentanti della diocesi cattolica e protestante, una rappresentanza della
Caritas. In quella sede l'Associazione Kwizera presenterà le proprie proposte per tentare di riavviare il progetto che ha subito un gravissimo colpo, forse decisivo per ricacciare i poveri batwa nella situazione precedente alla realizzazione del villaggio.
mercoledì 21 gennaio 2015
Diario Missione 2015
Rischio ebola
Secondo
i programmi alla missione si sarebbero
dovuti aggregare anche due amici
interessati a conoscere da vicino il Rwanda, dopo aver letto il libro dell’Associazione , Kwizera Rwanda. Qualche
settimana prima di far scattare la macchina organizzativa del viaggio, hanno
però dato forfait sull’onda delle preoccupazioni suscitate dal caso del medico
di Emergency colpito dall’ebola. Vano è stato spiegare loro che il Rwanda è al momento esente da ogni
focolaio del micidiale virus e che le autorità del luogo prestano tutte le
attenzioni necessarie per preservare questa situazione. Basti pensare che non
ci hanno pensato due volte a vietare per
qualche giorno l’ingresso nel paese a turisti statunitensi e spagnoli, quando nei due paesi si sono manifestati casi
di ebola.Salvo poi ritirare il provvedimento e chiedere scusa dopo che il
presidente Paul Kagame aveva giudicato eccessivo il provvedimento della sua solerte Ministra della Salute. Peraltro,
la conferma del livello di attenzione in essere l’abbiamo avuta quando, prima
di atterrare all’aeroporto della capitale, Kigali, ci è stato richiesta la
compilazione di un questionario puntuale sul nostro stato di salute e, allo
sbarco, ci è stata presa la temperatura corporea, risultata fortunatamente regolare.
Quella esterna invece segnava un bel 24 gradi, in pratica la temperatura media
che c’è in Rwanda nel corso di tutto l’anno, che ci ha fatto immediatamente
dimenticare gli zero gradi lasciati in Italia, per tacere del gelo e della
nebbia che ci ha tenuti bloccati in pista per due ora all’aeroporto di
Amsterdam.
Cambiavalute di strada
Gregoire,
questo il nome del dinamico cambiavalute che tiene un proprio ufficio cambi su
una delle vie più frequentate di Kigali al quale ci siamo rivolti per avere un
cambio mentre ci trovavamo a fare acquisti all’interno del grande magazzino
cinese.Raccolte le nostre esigenze di cambio per via telefonica, nel giro di
pochi minuti ci ha raggiunto tra gli scaffali del magazzino dove, quasi con
aria scopiratoria abbiamo fatto lo scambio di euro e dollari contro. Oltre a
non farci pagare il servizio extra ci ha pure applicato cambi di assoluto favore rispetto a quelli
ufficiali:712 Frw per un dollaro e 820 Frw per un euro. Gli euro e i dollari
scambiati andranno a soddisfare le richieste di altri clienti che per i loro
affari preferiscono passare dall’ufficio cambi di Gregoire piuttosto che dalle
banche.
Il primo bacio
Bisognava
arrivare all’undicesimo viaggio in Rwanda per accorgersi di non aver mai visto
prima un’effusione per strada tra due innamorati.Ce ne siamo resi conto quando,
viaggiando in fuoristrada sulla strada
che da Byumba conduce a Kibali, abbiamo sorpassato una giovane coppia che sul
ciglio della strada si scambiava delle caste effusioni, insomma nulla più di un
bacio. Tanto però è bastato perché i nostri due compagni di viaggio rwandesi si
lasciassero andare a espressioni colorite di meraviglia per un atto che
evidentemente non rientrava nei canoni culturali rwandesi. E’ stato in quel
momento che ci siamo resi conto che era la prima volta che assistevamo in terra
rwandese a un’effusione tra innamorati, che da noi, abituati a ben altre
esibizioni pubbliche spesso sguiate, sarebbe passata del tutto inosservata.venerdì 16 gennaio 2015
Missione Kwizera 2015
Inizierà lunedì prossimo e si protrarrà fino a sabato 31 gennaio la missione di un rappresentante dell'associazione Kwizera in Rwanda. Nelle due settimane trascorse nella diocesi di Byumba verrà fatta una ricognizione dello stato dei progetti attuati nel 2014 e verranno definite, d'intesa con i referenti locali, le linee guida su cui si muoveranno gli interventi associativi nel corso del 2015.Ricordiamo che nel corso dell'anno appena concluso sono stati portati a termine i seguenti nuovi progetti:
Distribuzione di 45 cisterne per la raccolta d’acqua a 14
parrocchie della diocesi.
Assegnazione di 10 borse di studio ad altrettanti
seminaristi del Petit Séminaire di Rwesero.
Realizzazione di un locale servizi al servizio della popolazione scolastica del campus.
Sono poi proseguiti il Progetto Adozioni e il Progetto Mikan.
Le nuove linee d'intervento dell'Associazione per il 2015 saranno presentate in occasione di un apposito incontro che si terrà con i responsabili delle parrocchie della diocesi di Byumba. Nell'occasione verranno raccolte le istanze delle varie parrocchie che l'Associazione prenderà in esame per finalizzare il proprio sostegno.
giovedì 15 gennaio 2015
Charlie Hebdo, Boko Haram, l'ONU e il Rwanda
Mamma, perché il mondo non si mobilita anche per noi? |
"Mamma, perché il mondo non si mobilita anche per noi?" si chiede il bimbo nigeriano, ultima vittima dei fondamentalisti di Boko Haram, guardando la parata dei grandi della terra che si sono dati appuntamento a Parigi per testimoniare la loro vicinanza ai francesi per la mattanza dei giornalisti di Charlie Hebdo e i clienti del supermercato kasher. In sintesi è questo l'interrogativo che si poneva anche l'editorialista di The New Times questa mattina, interrogandosi sulla qualità della satira del settimanale francese, ma, soprattutto, sul disinteresse del mondo per la tragedia che sta vivendo il popolo nigeriano.Disinteresse che, a partire dall'ONU, ricorda molto quello che circondò la tragedia rwandese di venti anni fa. E proprio sull'ONU bisogna intervenire perchè, superando la tradizionale inettitudine che purtroppo ha marchiato in diversi scacchieri internazionali la sua opera, intervenga, così come promesso, in Nigeria, promuovendo quella mobilitazione internazionale auspicata anche dal Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria,
mons. Ignacio Ayan Kaigama che chiede una dimostrazione di solidarietà come quella
realizzata per gli attentati a Parigi.
Per chi volesse sottoscrivere questo appello al Segretario dell'ONU clicchi qui.
Stop ai massacri in Nigeria
Al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon
Scrivo per chiedere un intervento dell'ONU a
difesa dei cristiani
e delle popolazioni civili brutalmente uccise da Boko
Haram in Africa centrale.
Cordialmente.
mercoledì 14 gennaio 2015
Seminario panafricano sulle comunicazioni sociali a Kabgayi
Si terrà oggi e
domani presso il Centro Saint André in Kabgayi un seminario, promosso dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, su "i problemi e le
sfide attuali delle Facoltà di Comunicazione e Giornalismo cattolici in
Africa." E’ prevista la partecipazione di monsignor Claudio Maria
Celli, presidente dello stesso Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e mons
Paul Tighe, segretario dello stesso consiglio. Parteciperanno al seminario
diverse Facoltà e scuole cattoliche di
Giornalismo in Africa, con i rispettivi presidi e docenti, oltre che molti esperti. L'obiettivo è quella
di affrontare le specificità della formazione in materia di comunicazione in Africa oggi e di
"condividere le molteplici esperienze per meglio conoscersi al fine di individuare anche aree di complementarietà e di
collaborazione." Il Seminario si pone quale risposta a una
specifica istanza per uno sviluppo della comunicazione nel continente africano,
avanzata nel maggio 2008 da esponenti accademici e operatori della
comunicazione.
martedì 13 gennaio 2015
Il miele rwandese potrebbe affacciarsi sui mercati europei
Apicoltura alla fattoria di Nyinawimana |
L'etichetta del miele prodotto nella fattoria di Niynawimana |
giovedì 8 gennaio 2015
Procede a rilento lo svuotamento degli orfanatrofi rwandesi
La Commissione nazionale per l'infanzia (NCC) ha prolungato
di due anni il termine per la chiusura degli orfanotrofi del paese.Come
riferito in nostri precedenti
post, nel 2012, il governo aveva fissato il 2014 come termine ultimo
per la chiusura di tutti gli orfanotrofi esistenti e il trasferimento di tutti
i bambini ospitati presso famiglie affidatarie.Il
processo si sta rivelando più lento del previsto: alla fine dello scorso anno c’erano
ancora 1.840 bambini ospiti dei 29 orfanotrofi ancora attivi, un numero quasi
pari a quello dei bambini che hanno trovato una famiglia che li ha ricevuti in
affidamento: in tolale poco più di 2.000. I motivi di tale lentezza, secondo i
responsabili, sono da attribuirsi al tempo richiesto nella selezione e
verifica che le potenziali famiglie affidatarie abbiano tutti i requisiti
necessari per accogliere il bambino. A questo compito sono preposti degli
esperti operanti nelle diverse zone del paese.
martedì 6 gennaio 2015
Non dimentichiamoci dei batwa di Kibali
Il grave degrado in cui è caduto il villaggio della comunità batwa di Kibali, per diversi motivi che abbiamo illustrato in precedenti post, impone a chi sta a cuore la sorte di questa comunità una presa di posizione decisa. Le parti in causa interessate, istituzioni civili, diocesi cattolica e protestante, Caritas e l'Associazione Kwizera, dovrebbero confrontarsi per verificare se esistano i presupposti per riprendere il progetto, sulla base di chiari e coordinati impegni. Per cominciare si potrebbe rimettere a coltura i sette ettari di terrazzamento realizzati negli scorsi anni dall'ass. Kwizera e che erano già stati coltivati per due stagioni con risultati positivi. La Caritas, o altro soggetto interessato, potrebbe prendere in carico la gestione utilizzando la manodopera batwa sotto la direzione di un agronomo.Il modello potrebbe essere quello applicato in un'esperienza di cui abbiamo parlato in passato: la Fattoria dei tre terzi. La comunità batwa, a cui appartengono i terreni, mette a disposizione i terreni stessi, i batwa interessati contribuirebbero con il proprio lavoro, mentre l'Ass. Kwizera e altri donatori coprirebbero le spese. Al termine della stagione agricola il raccolto verrebbe diviso in parti uguali fra i proprietari (le famiglie della comunità), i contadini che vi hanno lavorato e i finanziatori. Come si vede si tratta di un esperimento dai costi contenuti che potrebbe però ridare vita a un progetto che per cinque anni è marciato, anche al di là delle più ottimistiche previsioni, e che ha avuto successivamente una grave involuzione anche per grossolani errori commessi da taluni degli attori locali ed esterni.
sabato 3 gennaio 2015
Il Rwanda conclude il mandato nel Consiglio di Sicurezza ONU con un voto decisivo
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha bocciato la risoluzione, introdotta dalla Giordania e sostenuta dai Paesi del Gruppo Arabo, per la fine dell'occupazione israeliana in Cisgiordania entro tre anni. La risoluzione ha ottenuto solo otto sì, compresi tre membri permanenti - Cina, Russia e Francia- , uno in meno del minimo di nove necessario per l'adozione, due i voti contrari (Stati Uniti e Australia) e cinque le astensioni, tra cui il Rwanda.L'astensione del Rwanda, a cui all'ultimo momento si è aggiunta anche quella della Nigeria, è stato quindi decisivo per non costringere gli USA a usare il proprio diritto di veto. Il voto del Rwanda nasce dalla tradizionale amicizia con Israele e da talune perplessità che sono state sollevate dal suo rappresentante in seno al Consiglio di Sicurezza circa tempi e modi in cui la risoluzione era stata presentata. Da ultimo va ricordato anche la telefonata del premier israeliano, Benjamin Netanyhau, sull'amico presidente Paul Kagame e sull'omologo nigeriano. Con questo voto, dalla indubbia valenza politica, il Rwanda conclude il proprio mandato di rappresentante non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, in cui era entrato, in rappresentanza del continente africano, all'inizio del 2012.Il posto del Rwanda è stato preso dal'Angola.
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