"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 13 gennaio 2015

Il miele rwandese potrebbe affacciarsi sui mercati europei

Apicoltura alla fattoria di Nyinawimana
L'etichetta del miele prodotto nella fattoria di Niynawimana
Dal giugno 2014 il Rwanda è entrato nella lista dei paesi autorizzati ad esportare il proprio miele nei paesi dell’Unione Europea.La giovane apicoltura rwandese si vede così dischiusa un’importante opportunità commerciale che dovrebbe fare da traino a un’attività agricola che negli ultimi tempi ha cominciato a prendere corpo nel paese. Con il passaggio dall’apicoltura tradizionale, che produceva al massimo dieci kg per alveare, a quella moderna, con un massimo di 70 kg annui per alveare, gli apicoltori rwandesi, molti raggruppati in cooperative, sono arrivati a produrre 3.500 tonnellate di miele ogni anno, per un controvalore, tenuto conto del costo al kg. che si aggira attorno ai 2.200 Frw ( 2,7 euro) di circa 9,4milioni di euro.Il miele rwandese è poliflora, la qualità più apprezzata in Europa, con anche produzione monoflora, in particolare miele di eucalipto dal sapore caratteristico.Per entrare sul mercato europeo il miele rwandese dovrà però adeguarsi ai restrittivi requisiti di qualità richiesti dalla legislazione europea ma soprattutto dovranno scontare la concorrenza degli altri mieli extra europei, sud americani e soprattutto cinesi, che si presentano con prezzi decisamente bassi: il miele cinese,prevalentemente ad uso industriale, costa meno di  2,5 euro al kg., ma si trovano anche mieli a meno di due euro al kg. Per vincere tale concorrenza gli apicoltori rwandesi, che già dovranno scontare la penalizzazione dei costi di trasporto per arrivare ai porti d’imbarco, dovranno molto probabilmente ritagliarsi un mercato di nicchia che punti sulla qualità e la caratterizzazione.

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