All’interno
delle sante messe celebrate in terra rwandese a cui abbiamo assistito, sempre
liturgicamente ben curate oltre che molto partecipate da parte dei fedeli, ci
ha sempre attirato un particolare atto
che non ha riscontro nelle sante messe
delle nostre parrocchie italiane.I ministri straordinari della Comunione, che
sin dall’inizio della messa si trovano sull’altare nelle loro vesti da
cerimonia, prima di apprestarsi alla
distribuzione delle particole, si sottopongono al lavaggio delle mani in vaschette d’acqua collocate in prossimità dell’altare
stesso. Abbiamo sempre ritenuto tale gesto di un qualche valore simbolico, fino
a quando abbiamo appreso da un amico sacerdote, con specifica conoscenza in materia liturgica, che
si tratta di una pratica, diffusa in tutta la Chiesa rwandese, avente la sola
finalità igienica di ripulire le mani. Nonostante questa puntualizzazione, continuiamo
a percepire quel gesto come un momento in cui simbolicamente il ministro
straordinario della Comunione, con quel lavaggio rende “ nuove” le proprie mani
-mani che nella quotidianità sono di un operaio, di un contadino, di una
casalinga, di un papà, di una mamma, di
un coniuge- per metterle al servizio dell’Eucarestia.D’altronde,
il lavaggio per mere finalità igieniche,
che per inciso non dovrebbe semmai riguardare solo i cristiani rwandesi, potrebbe
avvenire tranquillamente in sagrestia prima che il corteo del celebrante, dei
chierichetti e degli stessi ministri della Comunione muova in corteo verso l’altare, come si usa
fare nelle chiese rwandesi. L’aver collocato questo momento all’interno della
santa messa, e non nel chiuso della sagrestia, assume per lo meno il
significato di renderne edotta l’assemblea dei fedeli. Forse in futuro qualche
bravo liturgista saprà dare una sua fondata valenza dal punto di vista liturgico
a un gesto che non è solo o non dovrebbe essere il surrogato povero del
passarsi un po’ di Amuchina sulle mani per disinfettarle.Peraltro anche l’attuale
rito del lavabo da parte del
sacerdote ebbe origini pratiche per acquisire solo successivamente un valore
simbolico.
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