Autorità locali rwandesi,
appellandosi a una legge che prevede che lo Stato possa espropriare e
incamerare beni che risultano abbandonati, hanno deciso di porre sotto
sequestro il pacchetto azionario, pari al 5% del capitale, detenuto nella
Nshili Kivu Tea Factory dall’imprenditore Tribert Rujugiro Ayabatwa.L’imprenditore di origine
rwandese, con un patrimonio personale valutato da Forbes in 250 milioni di
dollari Usa e con interessi diversificati in vari settori in primis
nell’industria del tabacco di cui è leader africano, a suo tempo
consigliere economico del presidente Kagame e sostenitore del FPR, è assente
dal Rwanda dal 2009, dopo essere stato accusato di finanziare gruppi
anti-governativi.Dopo che in passato, come avevamo anticipato in un precedente post, l’imprenditore era già stato oggetto delle attenzioni dell’autorità
governative rwandesi che avevano individuato una sua proprieta', l’Union
Trade Centre, il grande centro commerciale della capitale, come una proprietà
abbandonata da un proprietario non residente ormai da tempo nel
paese e quindi rientrante tra le proprietà espropriabili a norma di
legge, questa volta non si è piegato e ha deciso di citare in
giudizio il governo del Rwanda presso la Corte dell'Africa orientale di
giustizia per il sequestro, ritenuto “illegale”, dei suoi beni e di diverse iniziative
economiche nel paese.
I difensori
dell’imprenditore hanno buon gioco a stigmatizzare il
comportamento delle autorità rwandesi, sostenendo che gli azionisti
dovrebbero essere tutelati nei loro beni a prescindere che risiedano sul
territorio nazionale. Diversamente, in presenza di casi come quello di
cui dà notizia The East
African, sarà difficile dare le necessarie sicurezze agli
investitori che intendono andare in Rwanda a investire, a cominciare dal gruppo cinese New century development company intenzionato a investire, ne da' oggi notizia The New Times, ben 200 milioni di dollari in iniziative immobiliari di vario genere.
Il trattamento riservato ai beni di Tribert Rujugiro Ayabatwa potrebbe quindi, al di là del beneficio immediato per le casse pubbliche dove confluirebbero i beni espropriati ( o almeno dovrebbero confluire salvo che non prendano altre direzioni), rivelarsi un clamoroso autogol per un paese che ha un bisogno estremo di capitali esteri.
Il trattamento riservato ai beni di Tribert Rujugiro Ayabatwa potrebbe quindi, al di là del beneficio immediato per le casse pubbliche dove confluirebbero i beni espropriati ( o almeno dovrebbero confluire salvo che non prendano altre direzioni), rivelarsi un clamoroso autogol per un paese che ha un bisogno estremo di capitali esteri.
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