"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 25 aprile 2012

Malaria day

Si celebra  oggi a livello mondiale il Malaria day. La malaria,  che è causata da un parassita trasmesso all'uomo attraverso la puntura di zanzare infette, uccide più di 650.000 persone in tutto il mondo ogni anno, con la maggior parte dei decessi che si verificano in Africa.Secondo un rapporto pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel mese di dicembre lo scorso anno, il numero di decessi dovuti alla malaria è diminuito di oltre il 25 per cento negli ultimi dieci anni, con una riduzione del 33 per cento dei tassi di mortalità in Africa.Secondo l'inviato speciale del Segretario generale dell'ONU per la malaria, Ray Chambers, "seppure il numero dei morti  per malaria sono diminuiti in modo significativo negli ultimi anni, c'è ancora molto da fare per raggiungere l'ambizioso obiettivo di "zero morti" entro il 2015".Per centrare questo obiettivo sarà necessario lo sforzo congiunto tra paesi donatori e beneficiari e mettere in campo circa 3,2 miliardi di dollari per aumentare gli interventi  per rendere i farmaci e la diagnosi rapida accessibili alla popolazionee, per favorire la diffusione delle zanzariere o la loro sostituzione, e per finanziare la ricerca per pervenire a un vaccino, come quello in fase avanzata di sperimentazione in Kenya, che debelli definitivamente la malaria.
Il Rwanda ha compiuto negli ultimi anni significativi progressi  nella lotta alla malaria riducendo dell'87 per cento la diffusione della malattia, passando da 1,669,614 casi di malaria nel 2005 a 212.200 casi nel 2011. Anche la mortalità si è ridotta del 76 per cento, dai 1582 morti nel 2005 ai 380  nel 2011. Questi progressi sono in gran parte attribuibili alla maggiore diffusione delle zanzariere e alla rapida diagnosi di laboratorio effettuata nei centri sanitari anche a livello di villaggio. Sulla base di questi trend le autorità rwandesi sono confidenti di poter raggiungere l'obiettivo "zero morti" entro il 2015.

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