"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 11 gennaio 2012

Un'opportunità per il Rwanda:il mercato delle commodity

Il documento programmatico stilato nel 2000 dalle autorità rwandesi denominato Vision 2020, contenente le ambiziose ma anche realistiche linee guida che dovevano ispirare lo sviluppo del Rwanda nel ventennio successivo, si concludeva con questa frase “ L’esperienza di sviluppo delle “Tigre asiatiche” prova che questo sogno può realizzarsi”. Negli anni successivi è emerso con evidenza come tra i vari paesi del sud est asiatico, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan,  il modello su  cui si sono maggiormente concentrate le attenzioni e le preferenze delle autorità rwandesi sia Singapore. La piccola città stato, con una  superficie di soli 694 km quadrati e cinque milioni di abitanti, è stata portata in un ventennio dal suo padre fondatore e attuale incontrastato padrone, Lee Kuan Yew,  nel giro delle potenze economiche mondiali. Singapore sta all’Asia come il Rwanda  aspirerebbe a essere per il continente africano. Singapore è oggi un centro finanziario a livello mondiale, ma anche polo d’attrazione turistica per l’intera Asia e non solo, con i suoi casinò, parchi divertimento, gran premio di formula 1,  e la più grande struttura  per fiere e congressi del mondo che fa da richiamo anche  per molte società commerciali asiatiche che da qui curano i loro interessi, anche grazie alla posizione strategica del suo porto.
Se è difficile ipotizzare che possa essere copiato il modello di centro finanziario, anche limitatamente al servizio della sola realtà africana, in quanto l’attività finanziaria non comporta necessariamente una vicinanza ai paesi serviti e soprattutto richiede, oltre che professionalità sofisticate. un  contesto di stabilità e sicurezza difficilmente ipotizzabile, ad oggi, nel continente africano, vi è però un comparto in cui si è sviluppata l’economia di Singapore che dovrebbe attirare l’attenzione delle autorità rwandesi. In un’inchiesta dedicata a Singapore sul numero di domenica de Il Sole 24 ore, si scrive che la città stato asiatica “ ha sfruttato la vicinanza con Paesi ricchi di materie prime come Australia, Malesia e Indonesia per sviluppare un efficiente e voluminoso mercato della commodity”. E’ forse in questo settore che il piccolo ma ambizioso Rwanda potrebbe ritagliarsi un ruolo importante come piazza di negoziazione delle materie prime di cui l’Africa, a partire dal vicino Congo, è il vero scrigno del mondo. E’ realisticamente su questo settore, piuttosto che sul più difficile comparto finanziario carente di know how e di materia prima (denaro), che il Rwanda potrà mutuare efficacemente da Singapore questo modello di  business sicuramente alla sua portata.Mettere in piedi  una borsa di scambio per le materie prime a Kigali non sarebbe poi così  impensabile.

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