Il
documento programmatico stilato nel 2000 dalle autorità rwandesi denominato
Vision 2020, contenente le ambiziose ma anche realistiche linee guida che
dovevano ispirare lo sviluppo del Rwanda nel ventennio successivo, si
concludeva con questa frase “ L’esperienza di sviluppo delle “Tigre asiatiche”
prova che questo sogno può realizzarsi”. Negli anni successivi è emerso con
evidenza come tra i vari paesi del sud est asiatico, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan, il modello su cui si sono maggiormente concentrate le attenzioni e le
preferenze delle autorità rwandesi sia Singapore. La piccola città stato, con
una superficie di soli 694 km quadrati
e cinque milioni di abitanti, è stata portata in un ventennio dal suo padre
fondatore e attuale incontrastato padrone, Lee Kuan Yew, nel giro delle potenze economiche mondiali.
Singapore sta all’Asia come il Rwanda aspirerebbe
a essere per il continente africano. Singapore è oggi un centro finanziario a
livello mondiale, ma anche polo d’attrazione turistica per l’intera Asia e non
solo, con i suoi casinò, parchi divertimento, gran premio di formula 1, e la più grande struttura per fiere e congressi del mondo che fa da
richiamo anche per molte società
commerciali asiatiche che da qui curano i loro interessi, anche grazie alla
posizione strategica del suo porto.
Se
è difficile ipotizzare che possa essere copiato il modello di centro
finanziario, anche limitatamente al servizio della sola realtà africana, in
quanto l’attività finanziaria non comporta necessariamente una vicinanza ai
paesi serviti e soprattutto richiede, oltre che professionalità sofisticate.
un contesto di stabilità e sicurezza
difficilmente ipotizzabile, ad oggi, nel continente africano, vi è però un
comparto in cui si è sviluppata l’economia di Singapore che dovrebbe attirare
l’attenzione delle autorità rwandesi. In un’inchiesta dedicata a Singapore sul
numero di domenica de Il Sole 24 ore, si scrive che la città stato asiatica “ ha
sfruttato la vicinanza con Paesi ricchi di materie prime come Australia,
Malesia e Indonesia per sviluppare un efficiente e voluminoso mercato della
commodity”. E’ forse in questo settore che il piccolo ma ambizioso Rwanda
potrebbe ritagliarsi un ruolo importante come piazza di negoziazione delle
materie prime di cui l’Africa, a partire dal vicino Congo, è il vero scrigno
del mondo. E’ realisticamente su questo settore, piuttosto che sul più
difficile comparto finanziario carente di know how e di materia prima (denaro),
che il Rwanda potrà mutuare efficacemente da Singapore questo modello di business sicuramente alla sua portata.Mettere in piedi una borsa di scambio per le materie prime a Kigali non sarebbe poi così impensabile.
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