Impianto di estrazione del gas Kivu-Watt |
Il Rwanda prosegue la valorizzazione da parte del Rwanda dei giacimenti di gas esistenti sotto le
acque del lago Kivu, in barba alle pretese degli ecologisti della domenica che vorrebbero bandire le fonti fossili per ottenere energia, anche per Paesi in via di sviluppo.Dopo che nel passato era stata realizzata una grande
centrale a metano ed è allo studio anche la possibilità di estrarre dal
metano fertilizzanti
per l’agricoltura, ora è la volta dell’uso domestico, automobilistico ed
industriale del gas. Nel febbraio 2019, il Rwanda aveva firmato un accordo da 400 milioni
di dollari con Gasmeth Energy , una società con capitali statunitensi, nigeriani e ruandesi, per una di concessione di 25 anni per
l'estrazione di gas naturale dal lago Kivu e la sua trasformazione in metano in
CNG.Il progetto, rispettoso dell'impatto ambientale e sociale (ESIA) secondo i
più alti standard richiesti dagli istituti di credito internazionali, prevede
la costruzione di un impianto di estrazione del gas offshore insieme a impianti
di trattamento e compressione del gas onshore per CNG. L'uso del gas da cucina permetterà
di affrancarsi dall'elevata dipendenza dal carbone o dalla legna da ardere che
emettono fumo dannoso per la salute delle persone. La domanda di gas da cucina
è in aumento poiché il Rwanda cerca di adottare soluzioni energetiche pulite
per cucinare, nel tentativo di ridurre l'uso di carbone e legna da ardere come
combustibili per cucinare. Si prevede inoltre che il progetto oltre che ridurre
l'inquinamento possa ridurre altresì l'abbattimento degli alberi e consentirà
al Rwanda di ridurre il consumo di
biomassa dal 79% nel 2017 al 42% entro il 2024. Secondo le stime del Ministero
delle Infrastrutture, la domanda di GPL dovrebbe salire a oltre 240.000
tonnellate entro il 2024 dalle 10.000 tonnellate del 2017.
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