"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 5 gennaio 2016

Kagame: le incognite della sfida del terzo mandato

L'annucio dato nel discorso di fine anno da parte di Paul Kagame, di voler aderire alla richiesta del popolo rwandese  di proseguire nell'esercizio del potere, ripresentandosi alle prossime elezioni presidenziali del 2017, resterà probabilmente nella storia rwandese come un discrimine, una sorta di passaggio del Rubicone come quello compiuto da Cesare.Senza alcuna violazione di legge, in quanto le modifiche costituzionali approvate plebiscitariamente in sede referendaria lo scorso 18 dicembre ( 98,3% i sì)  aprono a un terzo mandato presidenziale,  la ricandidatura di Kagame aprirà una nuova stagione nella storia rwandese.Come uno spartiacque tra un prima e un dopo.Una prima stagione in cui la ricostruzione del paese dalle ceneri della guerra civile da parte del nuovo gruppo dirigente proveniente dall'Uganda, sotto la guida capace e ferma di Paul Kagame,  ha potuto beneficiare di un contesto di quasi unanime sostegno della comunità internazionale, in tutte le sedi.Sostegno che si è innanzitutto  concretizzato in cospicui aiuti finanziari che hanno alimentato per anni le casse statali, ancora oggi dipendenti per oltre il trenta per cento dai contributi esteri, favorendo  lo sviluppo economico-sociale che ha caratterizzato il ventennio successivo al 1994.Ancor più importante risulta quella sorta di manleva che la comunità internazionale, vittima di un senso di colpa per non aver saputo evitare la tragedia rwandese, ha ritenuto di concedere al nuovo gruppo dirigente, evitando  ogni sorta di indagine giudiziaria sulle violazione del diritto penale  internazionale, commesse nei quattro anni di guerra, e di censura sulle non infrequenti violazioni dei  diritti civili e democratici che hanno costellato venti anni di governo.
C'è poi  una stagione a venire costellata di non pochi interrogativi.
Dopo lo strappo "democratico" della modifica costituzionale, condannata con diverse sfumature da USA e Unione Europea, prima e dopo il voto, siamo veramente certi che tutto sarà come prima?
Fra dieci anni si potrà scrivere, come fa oggi , intervenendo proprio su questi argomenti, il filo governativo The New Times, che " il paese è altamente competitivo, il governo è molto efficiente ed efficace, e i cittadini sono soddisfatti del livello di erogazione dei servizi e hanno grande fiducia nelle istituzioni e nella leadership del Paese"?
Dopo aver sfidato i suoi amici e sostenitori, Paul Kagame continuerà ad essere trattato dagli stessi e, conseguentemente, dai media internazionale come l'enfant gaté della comunità internazionale e  additato al resto dei paesi africani come il leader visionario da imitare?
Quasi sicuramente, nel breve periodo, Kagame uscirà rafforzato da questa sfida,  ampliando  il proprio consenso presso la sua gente,compattando l'opinione pubblica rwandese  attorno al proprio leader come reazione all'ostilità estera . Quando però i flussi degli aiuti finanziari dovessero subire qualche rallentamento e/o decurtazione e certe pratiche commerciali ( es. esportazioni di minerali) venissero viste con minore compiacenza e conseguentemente il trend di sviluppo subisse rallentamenti, il clima potrebbe mutare e il consenso attenuarsi. A partire dai maggiori beneficiari dello sviluppo economico del paese, quel ceto politico burocratico ed economico imprenditoriale,  che forma il nocciolo duro  della base di  potere dell'attuale leadearship rwandese, A quel punto certi rischi più o meno latenti di un'involuzione autoritaria potrebbero esplodere, senza peraltro poter contare su quella  compiacenza internazionale di cui si è beneficiato fino ad oggi.Allora forse lo stesso Kagame  ripenserà al mancato rispetto di quell'impegno, più volte formalmente assunto, di trovare un politico a cui passare il testimone del comando al termine naturale del suo secondo mandato. Eppure qualche personalità con i giusti requisiti già oggi ci sarebbe.

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