"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 23 novembre 2015

La giustizia rwandese apre il dossier sui nove spagnoli assassinati venti anni fa

Con la pubblicazione su The New Times dell’articolo comparso sul giornale spagnolo El Mundo, a firma della giornalista Marisa Recuero, il dossier sulle  uccisioni di due sacerdoti, quattro membri dei Fratelli Maristi e tre operatori umanitari, tutti   cittadini spagnoli, avvenute in Rwanda e nella vicina Rep. Dem. del Congo tra il 1994  e il 1997, viene definitivamente sdoganato a livello giornalistico, essendo nel frattempo diventato materia  di indagine della giustizia rwandese. Riferisce, infatti, l’articolo, che secondo quanto comunicato alle autorità spagnole dal procuratore rwandese, Richard Muhumuza, la polizia giudiziaria rwandese  ha avviato indagini in Rwanda su ciascuno degli omicidi, per uno solo dei quali, quello del  prete basco Isidro Uzcudum, ad oggi, è stato individuato un colpevole condannato a 20 anni di carcere dalla Corte di Gitarama.  I presunti responsabili della morte di altri otto spagnoli restano in libertà. 


Secondo il documento presentato dal Rwanda alla Spagna, il sacerdote catalano Joaquin Valmajo i Sala è stato rapito il 26 aprile 1994, a Byumba, "da uomini armati sconosciuti." L’ultima volta che è stato visto, "il sacerdote guidava la propria auto, accompagnato da un soldato armato", il suo corpo non è mai stato ritrovato. Nonostante nove testimoni siano stati interrogati dalle autorità rwandesi in relazione alla scomparsa di questo sacerdote non è stato possibile accertare se  i rapitori fossero soldati del governo, del FPR del Rwanda o di altre persone armate. Un testimone ha riconosciuto che l'area in cui il sacerdote è scomparso era controllata da ex soldati governativi e da altre persone armate. Per quanto riguarda i quattro marista, le ricerche effettuate dalla giustizia rwandese hanno portato a  individuare il luogo della loro morte a Bugobe, vicino al campo profughi di Nyamitangwe nella Repubblica democratica del Congo. I loro corpi sono stati trovati il 9 Novembre, 1996 in una fossa chiusa a 12 metri di profondità. Testimoni  hanno visto un veicolo di proprietà della congregazione con oggetti rubati alla stessa comunità. Un testimone ha identificato un membro del gruppo in un paramilitare delle Interahamwe, le milizie armate hutu. 
 I tre cooperanti, Manuel Madrazo e Luis Valtueña Sirera Flors, sono morti il ​​18 gennaio 1997 nella regione di Ruhengeri. Secondo le dichiarazioni raccolte   da 13 testimoni, 20 uomini armati vestiti con cappotti hanno attaccato la casa dove vivevano gli spagnoli. Uno degli intervistati ha detto che lo stesso giorno erano state  attaccate diverse case appartenenti a stranieri, definendole "l'obiettivo" degli aggressori.
"Questi casi sono ancora sotto inchiesta della polizia e rimangono aperti", ha detto il procuratore rwandese alle autorità spagnole, che hanno offerto la disponibilità a "lavorare insieme" nelle indagini. 
 Il cambiamento di atteggiamento adottato dal governo ruandese in relazione alle indagini di questi omicidi è stato evidenziato da fonti giudiziarie spagnole.
Nel frattempo, in attesa, di conoscere gli sviluppi  del famoso atto d'accusa della giustizia spagnola  contro i 40 militari rwandesi accusati di crimini di guerra, restano congelati tutti gli atti giudiziari restrittivi contro gli accusati.




Nessun commento: