In occasione di una recente fiera-esposizione tenutasi a
Kigali, ha fatto la sua comparsa tra gli espositori locali lo stand di un
laboratorio calzaturiero. Le scarpe esposte erano di egregia fattura
riecheggiante uno stile decisamente europeo, tanto da attirare l’attenzione anche
di visitatori occidentali; un signore se ne è accaparrato un paio al prezzo di
Frw 10.000.Presentatisi con 200 paia di
scarpe, già al primo giorno un terzo era già venduto. Si tratta di prodotti di
una certa qualità frutto di un’iniziativa nata nel settore di Kabarore, nel distretto di Gatsibo, dove grazie
alla collaborazione con il governo italiano è stato lanciato un CPC-Community Processing
Centre orientato alla produzione di calzature e pelleteria. Qui sotto la
supervisione di Giorgio Gadina, un
esperto italiano del settore calzaturiero con esperienze analoghe in paesi i
via di sviluppo, sono stati dapprima avviati corsi di formazione quindi un
laboratorio di produzione dotato inizialmente di 24 macchine che potrà
beneficiare delle tecnologie avanzate e
del know-how del made in Italy. Attualmente il Centro è gestito da "Star
Leather Company", società partecipata dal Fondo Business Development (BDF) e dell'Associazione
rwandese per la promozione del cuoio e dei prodotti in cuoio (RAPROLEP).Il
progetto necessita ancora di implementazione, non sono, infatti, nelle condizioni di
procedere alla concia delle pelli, tanto da dover mandare le pelli in Etiopia
per essere trattate, e mancano di macchinari per il taglio del cuoio che viene ancora fatto a mano. Le autorità locali sono comunque fiduciose che la
collaborazione con le autorità italiane possa proseguire fino a costituire nei
prossimi anni nel distretto di Gatsibo, uno dei distretti con un patrimonio
bovino tra i più elevati del paese, una
piccola industria calzaturiera per il paese.
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