"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 20 maggio 2014

La riunione annuale della Banca Africana di Sviluppo- ADB a Kigali

 E’ iniziata ieri e si protrarrà fino a venerdì a Kigali  la riunione annuale della Banca Africana di Sviluppo (ADB). Quasi 3000 persone sono confluite sulla capitale rwandese che, per l’occasione, è stata tirata a lucido per  accogliere un avvenimento di portata continentale, confermandosi forse il più importante   centro di servizi e di turismo d'affari dell’intero continente.Ha fatto gli onori di casa il presidente della Banca Africana, il rwandese Donald Kaberuka. Nell’occasione è stato presentato il Rapporto African Economic Outlook 2014, prodotto annualmente dalla Banca Africana di Sviluppo (AfDB), dal Centro di Sviluppo dell'OCSE e dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), che contiene tutti i dati delle diverse economie africane. Il Rapporto di quest'anno dimostra che l'Africa ha resistito agli shock interni ed esterni, ed è pronta a raggiungere tassi di crescita economica significativi. La crescita del continente è prevista al 4,8 per cento nel 2014 e 5-6 per cento nel 2015, livelli che non si vedevano dall’inizio della crisi economica globale del 2009.
Gli autori del Rapporto sostengono che la crescita economica dell'Africa è  trainata dalla domanda interna, dal miglioramento delle infrastrutture e  degli scambi continentali di manufatti. Il rapporto sostiene che una partecipazione più efficace alle catene del valore regionali e globali – realizzare cioè la gamma delle attività che portano un prodotto dal concepimento alla consegna al consumatore - potrebbe servire come trampolino di lancio per l'Africa. Per farlo, tuttavia, il continente ha bisogno di evitare di rimanere bloccato in attività a basso valore aggiunto. Ad esempio, le esportazioni dell'Africa verso il resto del mondo sono cresciute più velocemente di quelle di qualsiasi altra regione nel 2012, ma restano dominate dall’esportazione di materie prime e rappresentavano solo il 3,5 per cento delle esportazioni mondiali di merci nel 2012. Per evitare questa trappola è necessario investire in settori nuovi e più produttivi, costruendo competenze, creando posti di lavoro e l'acquisizione di nuove tecnologie, conoscenze e informazioni di mercato. Questi interventi richiedono buone politiche pubbliche, così come  imprenditori che siano disposti e in grado di aiutare a raggiungere questi obiettivi.Il rapporto utilizza l'esempio del Sud Africa, che ha raggiunto una svolta notevole nella sua industria automobilistica eliminando gli ostacoli e fornendo incentivi per i produttori di componenti e linee di montaggio. Esso mostra anche  lo sviluppo della catena del valore del comparto agroindustriale, in paesi come il Ghana, Kenya ed Etiopia, dove  ha contribuito alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. L'African Economic Outlook mostra che vi è stato un notevole progresso nello sviluppo umano, con livelli di povertà più bassi, l'aumento dei redditi e il miglioramento dei tassi di iscrizione alla scuola e copertura sanitaria. Una sintesi del Rapporto, che consente anche un confronto fra i principali indicatori economici-sociali fra i  diversi paesi africani, è consultabile cliccando qui.

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