Il blog italiano di indirizzo cattolico Albe Rwandesi addirittura non ha trovato di meglio di iniziare una campagna di diffamazione contro il sottoscritto composta da due articoli il primo pubblicato il 24 aprile L’Indro: accuse alla “Chiesa Cattolica in margine ai recenti arresti” (http://alberwandesi.blogspot.com/2014/04/lindro-accuse-alla-chiesa-cattolica-in.html) e il secondo il 11 maggio “Errare humanum est perserverare…” (http://alberwandesi.blogspot.com/2014/05/errare-humanum-est-perserverare.html_ ). La perseveranza di questi attacchi mi hanno costretto ad avvertire la direzione del blog di una possibile denuncia per diffamazione se non avessero cessato queste volgari attività che compromettono il mio lavoro di corretta e puntale informazione oltre al pane che porto alla mia famiglia.Per persone non addentro alla spaventose dinamiche della Regione dei Grandi Laghi, questi attacchi potrebbero essere inspiegabili. Al contrario rispondono ad una logica perversa che dura dagli anni novanta. Una logica in cui l’etnia tutsi è considerata la madre di tutti i mali e quindi da sterminare.Una logica che induce dei cattolici italiani, spesso con sporadici contatti con la realtà ruandese se non attraverso “esiliati” e preti fuggiti per i crimini commessi nel 1994, a supportare e promuovere in modo subdolo o diretto la propaganda razziale Nazista di supremazia razziale HUTUPOWER. Una ideologia che Albe Rwandesi promuove attivamente attraverso la pubblicazione di articoli revisionisti come quelli di Serge Dupuis (http://alberwandesi.blogspot.com/2014/04/la-lettura-revisionista-di-un.html).
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
mercoledì 14 maggio 2014
La risposta del freelance di Kampala
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