Sunny prima |
...e dopo |
Nell'ottobre del 2011, avevamo lasciato il giornalista de The New Times, Sunny Ntayombya, in partenza per un viaggio nei villaggi rwandesi per rendersi conto, come diceva lui, della situazione del Rwanda rurale. Invano abbiamo atteso i suoi resoconti, come auspicato nel nostro post del 2 ottobre di quell'anno, Buon viaggio Sunny: raccontaci anche l'altro Rwanda, tanto che ci chiedevamo dove fosse andato a finire, non trovando più la sua simpatica immagine su The New Times. Questa mattina leggendo il pezzo, "Goodbye Pope Benedict XVI, I won’t miss you though - Arrivederci Papa Benedetto XVI, anche se non vorrei perderti" un opinabile intervento critico sulla Chiesa, abbiamo scoperto che la firma era proprio del nostro simpatico Sunny, la cui ricomparsa sulle colonne del giornale ci era francamente sfuggita perchè da tempo la sua immagine era cambiata: quella sorridente del Sunny del 2011 aveva, infatti, lasciato il posto a questa un po' più appesantita, dove il sorriso di una volta ha perso molto della sua solare originaria empatia.
Che l'abbia smarrita nei villaggi della campagna rwandese?
Non lo sapremo mai, visto che non ha voluto condividere questa sua esperienza con i suoi affezionati lettori.
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