Ogni anno circa 60.000 donne rwandesi, 25 su ogni 1000 donne fertili di età compresa da 15 a 44 anni, fanno ricorso all'aborto clandestino, essendo l'aborto illegale in Rwanda. Il dato emerge da un'indagine condotta dal Ministero della Sanità del Rwanda in collaborazione con un istituto americano specializzato nella salute riproduttiva, il Guttmacher Institute.Tra le principali cause di aborto, secondo questo studio, ci sono, per il 47% dei casi, gravidanze accidentali.La maggior parte degli aborti sono eseguiti, con metodi non sicuri e spesso in condizioni che non soddisfano le norme igieniche, da operatori non qualificati come medici e farmacisti tradizionali o anche dalle stesse donne incinte.Per questo, nel solo 2009, più di 16 000 donne rwandesi hanno dovuto ricorrere alle cure mediche a causa delle complicazioni conseguenti alla pratica abortiva.I risultati di questa ricerca, riferiti dalla BBC Africa, sono stati pubblicati nel momento in cui la materia è in fase di revisione a livello legisltivo, con l'intento di pervenire all'introduzione di qualche forma di liberalizzazione delle pratiche abortive. La nuova normativa in discussione dovrebbe legalizzare l'aborto in caso di gravidanza dopo uno stupro o di rapporti incestuosi, quando una donna rimane incinta come risultato di pratiche tradizionali, o quando è vittima di un matrimonio riparatore.Dovrebbe essere inoltre permesso il ricorso all'aborto anche nel caso in cui la continuazione della gravidanza arrivasse a mettere in pericolo la salute del nascituro e della madre.Al di fuori di questi casi dovrebbe permanere l'attuale normativa che prevede pene che vanno da 2 a 20 anni di carcere per chi abortisce volontariamente.
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