Da un po’ di tempo, sugli
scaffali dei supermercati della capitale e dei negozi del resto del paese
scarseggia il latte pastorizzato prodotto da Inyange Industries, la più grande
industria alimentare del paese attiva nella lavorazione di prodotti lattiero
caseari, succhi di frutta e acqua minerale. Naturalmente ne è conseguito un
generalizzato aumento dei prezzi, tanto che oggi un litro di latte giunge a
costare al dettaglio anche 1200 Frw , pari a 1,5 euro, analogo al prezzo italiano.
Gli esponenti dell’Inyange attribuiscono la scarsità del prodotto alla siccità
che avrebbe fatto calare , nella sola zona di Nyagatare nell'est del Rwanda, a 10.000 litri
il latte ritirato ogni giorno dai produttori, rispetto ai 25.000 litri ritirati
precedentemente.
In realtà, secondo quanto riferisce l’edizione odierna
di The New Times altri sarebbero i
motivi di questa improvvisa carenza di latte. Infatti, secondo un responsabile
sindacale dei produttori di latte, i contadini si rifiutano di vendere i loro
prodotti a Inyange perché l’azienda offre prezzi troppo bassi.Sembrerebbe che Inyange paghi ai contadini solo 130 Frw al litro, facendo oltretutto
attendere i pagamenti. Così i contadini hanno pensato bene di vendere il
proprio latte a clienti disposti a pagare prezzi superiori, dai 200 ai 300 Frw
al litro. A questi prezzi dovrà allinearsi anche la grande industria Inyange se
vuole mantenere il proprio mercato.
Non è la prima volta che gli agricoltori
rwandesi devono misurarsi con un mercato in cui i prezzi, anche quelli di altri
prodotti agricoli, vengono imposti, in assenza di concorrenza, da controparti troppo forti. Non aiuta certo gli agricoltori una certa politica agricola che impone colture prederminate, in forma esclusiva, nelle varie zone del paese, rendendo gli agricoltori totalmente dipendenti dal "mercato".Spesso si è costretti a svendere il raccolto se si vuole avere il denaro necessario per mangiare, stante il fatto che spesso alle famiglie non viene consentito avere colture alternative per l'autoconsumo.
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