"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 7 marzo 2011

Quando i buoni progetti non decollano

In Rwanda, troppi progetti promossi con grande entusiamo e, spesso, con una felice intuizione, sono naufragati miseramente nella fase di attuazione, a causa soprattutto della carenza di pianificazione e dell’inerzia di chi è chiamato alla realizzazione. Non lo diciamo (solo) noi. Lo sostiene un opinionista de The New Times che  cita, come esempio, un progetto di sfruttamento della fibra del banano per trasformarla in tessuti, borse, oggettistica, sandali, ecc. Dopo tre anni che il governo aveva promosso il progetto, coinvolgendo tecnici giapponesi per trasferire in Rwanda le tecnologie e fornire la necessaria formazione ai tecnici locali,  tutto si è fermato pur di fronte alle reali potenzialità del progetto che avrebbe permesso di sfruttare una materia prima ampiamente disponibile sul territorio rwandese. Si sarebbe potuto offrire alle popolazione delle campagne una fonte alternativa di reddito. Eppure tutto si è come afflosciato dopo il momento iniziale di grande entusiasmo.Analoga sorte è toccata al programma di innovazione nell’istruzione tecnico professionale.A fronte all’alto numero di laureati che ogni anno viene sfornato dalle numerose università rwandesi, decisamente superiore a quello che sono le reali richieste del mercato del lavoro, il governo rwandese aveva cercato di promuovere una formazione tecnico professionale più in linea con le reali esigenze del mercato; tuttavia, dopo tre anni,  le scuole rwandesi non si sono ancora allineate alle nuove direttive.Come non essere d’accordo con il commentatore de The New Times. Quante volte, infatti, una buona idea, con reali potenzialità di apportare qualche beneficio alle povere economie locali, dopo gli iniziali entusiasmi è miseramente naufragata fra l’inerzia di chi dovrebbe farsi carico della sua attuazione, la rassegnata indifferenza di chi potrebbe beneficiarne o l’inconstanza di chi dovrebbe impegnarsi anche solo in qualche seduta formativa. E per l’altro verso, quanti neolaureati incapaci di sporcarsi le mani in attività richieste ma non ritenute gratificanti e quanta mancanza di professionalità tecniche: dove lo si trova un buon elettricista, un idraulico, un capomastro provetto o un sarto vero.Se a dirlo non è  solo il muzungu, forse qualcosa di vero ci dovrà pur essere. Riflettiamo!

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