"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 7 febbraio 2011

La cultura della lettura dovrebbe diventare una priorità per le scuole

Riprendiamo volentieri l'editoriale odierno de  The New Times in cui viene affrontato un problema non secondario della società rwandese, già sollevato in un precedente post: la scarsa propensione alla lettura nella fascia adulta della popolazione cui si dovrebbe porre rimedio con una forte azione sulle nuove generazioni a livello scolastico.
Prendendo spunto dal prossimo completamento della Biblioteca Pubblica di Kigali, il quotidiano on line rilancia la promozione di una cultura della lettura.
"I benefici della lettura non possono essere sottovalutati. Il passo più concreto per  inculcare questa cultura è nelle scuole. Gli insegnanti devono avere, all'interno del loro mandato, la responsabilità di aiutare i loro studenti a sviluppare un atteggiamento positivo verso la lettura. ...Questo non solo per incoraggiare i bambini a leggere, ma sviluppare la loro capacità di cogliere il significato di ciò che leggono e di essere in grado di analizzare la sequenza di idee e di giungere a conclusioni logiche....Una cultura della lettura analitica promuoverà il pensiero, la creatività e l'innovazione..... La lettura può esporre le persone a nuove idee e culture, a storie e  società che devono affrontare sfide simili alle loro e questo li rende cittadini più informati.Per un paese la cui economia sta diventando sempre più competitiva, la richiesta di una manodopera altamente alfabetizzata è un preciso presupposto.... Poichè gli studenti trascorrono molto del proprio  tempo con i genitori, è evidente il loro ruolo nel portare il cambiamento desiderato.  Sviluppare l'abitudine alla lettura comporta la partecipazione di bambini, genitori, educatori e della comunità nel suo insieme".
Come non condividere questo richiamo che cerca di aprire la  cultura tradizionale, quasi totalmente radicata su una trasmissione orale delle conoscenze, nel chiuso delle comunità di villaggio, agli influssi esterni  cercando di fornire anche gli strumenti valutativi per non assorbire  acriticamente tutte  le novità che la modernità propone.   

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