Nelle motivazioni del premio si sotiene giustamente "Se ci sforziamo di promuovere il know-how derivante dalla ricerca scientifica a favore delle popolazioni rurali , possiamo sperare in uno sviluppo sostenibile. Gli sforzi per ridurre la povertà e la fame in Africa sono destinati a fallire se le esigenze dei piccoli agricoltori e le loro potenzialità vengono ignorati nelle attività di ricerca ".
Parole sacrosante, pienamente condivisibili e quntomai appropriate!
Un grande richiamo per quegli insegnanti delle numerose scuole agricole rwandesi che ritengono una diminutio del loro status uscire dal chiuso delle loro aule per condividere il loro sapere con i contadini delle comunità in cui operano. Fino a quando questi intellettuali lasceranno che gli agricoltori fatichino nei campi secondo metodi tradizionali, ormai superati e scarsamente produtivi, senza fornire loro consigli e formazione atti a migliorare le tecniche di coltivazione e di allevamento, la scelta delle colture, l'uso di sementi migliorate, le campagne rwandesi resteranno ancora a lungo l'anello debole dell'economia rwandese.
Finora, purtroppo, simili auspici sembrano trovare scarsa udienza tra certi insegnanti così attenti a non sporcarsi le scarpe di terra, a evitare lo sgradevole odore di un animale, a parlare con un agricoltore, in una parola vivere la quotidianità della loro gente.
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