"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 23 febbraio 2009

Nel segno della memoria e della riconoscenza

Nel primo anniversario della morte del caro nonno Alberto 16/7/1913 - 25/2/2008

Quando, un bel giorno, misurandoti con i tuoi pensieri ti rendi conto, per la prima volta, che il percorso fatto è sicuramente superiore a quello che ti rimane  ancora da compiere, allora, insinuante, subentra il momento dei bilanci.Devi misurarti con  quella particolare partita doppia  di quanto hai ricevuto  e di quanto hai dato a chi ti ha accompagnato in questo percorso. Inesorabile il bilancio evidenzia il deficit di riconoscenza accumulato negli anni. Da una parte la mole di quanto hai avuto, gratuitamente,  dai tuoi genitori: la vita, l’esempio, spesso un certo benessere, tutto quanto ha fatto di te una persona capace di incamminarsi sul percorso della vita; dall’altra la pochezza della tua risposta. Quando va  bene, hai limitato i danni: non hai dato particolari dispiaceri o preoccupazioni a chi ti ha voluto bene; qualche rara volta hai procurato qualche soddisfazione.Allora cominci un’affannosa corsa contro il tempo, per  cercare di colmare almeno con i tuoi cari questo deficit di affetto e di riconoscenza. 

Quando poi subentra il distacco rimane il senso di una rincorsa incompiuta: si sarebbe voluto ancora un po’ di tempo per poter tentare un improbabile recupero.Subentra allora il desiderio di coltivare la memoria dei nostri cari e di ricambiare, per loro tramite, il bene ricevuto.Con questi sentimenti abbiamo voluto  ricordare il caro nonno Alberto, che il buon Dio ha lasciato in mezzo a noi per novanta quattro anni, dedicando alla sua memoria un piccolo Centro Sociale all'interno del Centro Parrocchiale Sant Agostino di Nyagahanga in Rwanda ( vedi foto).

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Alberto, sei veramente vivo negli tuoi figli che ti vogliono bene, sei vivo negli amici ai quali hai voluto bene; sei vivo a Nyagahanga nel segno di beneficenza che hai fatto ai rwandesi. Ti ricorderemo sempre.