"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 9 ottobre 2023

Rwanda ed Africa nell'intervista del presidente Kagame ad Al Jazeera

In una lunga intervista concessa all'emittente Al Jazeera, il presidente ruandese Paul Kagame ha affrontato diversi argomenti di politica interna, ma anche riguardanti l'Africa ed il suo futuro. Riferendosi al Rwanda ha riaffermato, riferendosi alla sua candidatura alle prossime presidenziali, la capacità dei ruandesi di fare scelte ed assumere decisioni in linea con i loro interessi. Anche perchè " i ruandesi non sono inferiori a nessuno quando si tratta di esprimere giudizi".  Kagame ha sottolineato l’unità tra i ruandesi all’indomani della tragedia del 1994, sottolineando l’emergere di obiettivi ambiziosi tra gli individui guidati da un desiderio collettivo di superare le avversità. Ha sottolineato che i ruandesi sono capaci come chiunque altro e dovrebbero avere il controllo del proprio destino: "In ogni caso, questo non può essere risolto da nessuno al di fuori del Rwanda. Gli attori esterni possono contribuire, ma non possono sostituire i ruandesi nell'affrontare i nostri problemi complessi". Il presidente ha poi delineato la visione di una nazione unificata e prospera in cui i cittadini possano godere di una vita normale e pacifica, citando gli sviluppi positivi in ​​corso nel paese. Ha quindi aggiunto che  "questo è un viaggio che dobbiamo intraprendere, ed è lungo. Ma il nostro obiettivo finale è garantire la stabilità, la libertà per tutti, la convivenza e, soprattutto, lo sviluppo sociale ed economico, che alcune parti del mondo hanno preso per concesso".

 Passando a parlare dell'Africa ha preliminarmente evidenziato come la prevalenza dei colpi di stato e dell'instabilità politica in vari paesi africani dipenda  dall'incapacità del mondo di imparare dagli eventi passati, compresi quelli in Rwanda. Ha chiesto una comprensione più approfondita del fatto che i colpi di stato avvengano per ragioni specifiche o avvengano in modo casuale, evidenziando al contempo la negligenza storica nell’affrontare lo sviluppo sociale e nazionale.

Kagame ha sfatato l’idea sbagliata secondo cui l’Africa è intrinsecamente povera, sottolineando le sue abbondanti risorse naturali e capitale umano. Non ha mancato di sottolineare anche il ruolo critico della governance in Africa e si è chiesto se i Paesi diano priorità al benessere dei propri cittadini. "Quando avviene un colpo di stato e la gente comune scende in piazza esultante, si invia un messaggio", ha affermato. Kagame ha inoltre esaminato attentamente il ruolo dei paesi sviluppati in Africa, sottolineando la loro promozione della democrazia, dei diritti umani e delle libertà e allo stesso tempo però sfruttando le risorse naturali del continente a scopo di lucro. Ha chiesto un’analisi del motivo per cui queste nazioni hanno tratto profitto economico dall’Africa per decenni, mentre la popolazione africana rimane impoverita o in condizioni peggiori.  Pur riconoscendo l’impatto duraturo del colonialismo in varie forme, Kagame ha rifiutato di attribuire la colpa esclusivamente ad attori esterni e ha incoraggiato gli africani ad assumersi la responsabilità della loro situazione.  "Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità come africani. Perché tolleriamo tali circostanze? Possediamo quasi tutto, ma altri ne beneficiano più di noi. Ci sono modi per correggere questo. A volte possiamo lamentarci o incolpare lo sfruttatore, ma noi, gli sfruttati, , dovremmo essere ritenuti responsabili", ha affermato Kagame.

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