E’ bastato che il
nome di Donald Kaberuka comparisse in
cima alla lista di un sondaggio circa il miglior candidato alla guida dell’Unione Africana, che dovrà sostituire nel
gennaio prossimo l’uscente Nkosazana
Dlamini-Zuma, perché uno degli opinionisti di punta del filogovernativo The NewTimes si muovesse per elencare tutta una
serie di motivi perché l’illustre ex presidente della AFDB- Banca Africana
di Sviluppo non dovrebbe concorrere a tale prestigioso incarico.Le motivazioni
addotte non sembrano particolarmente
convincenti, ne valga una per tutte:ӏ piuttosto ingiusto che un uomo che solo di
recente ha lasciato un’istituzione dove amministrava 100 miliardi di dollari possa diventare presidente dell'Unione africana, il cui bilancio complessivo
approvato per il 2016 è solo leggermente superiore 416 milioni di dollari,con un bilancio
operativo di soli 150 milioni di dollari” .
L’interessato
consiglio a Kaberuka di lasciar perdere tale candidatura, prima ancora di conoscere la reale disponibilità dell'interessato all'incarico, lascia pensare che un
eventuale incarico di un rwandese ai vertici dell’Unione Africana, che si caratterizzerebbe per una grande
valenza politica, possa non essere visto con grande piacere a Kigali.
Per questo l’articolista, per non penalizzare una grande personalità rwandese come Keberuka, che dopo aver lasciato la
guida dopo dieci anni della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), è attualmente
consigliere della Fondazione Rockefeller, Hauser leader-in-Residence per la
leadership pubblica presso il Centro di Harvard Kennedy School e Alto Rappresentante AU per il fondo la pace,
suggerisce che lo stesso punti piuttosto alla presidenza della Banca Mondiale,
dove potrebbe presto esserci un cambiamento al vertice: in quell'incarico avrebbe modo di
meglio esprimere le proprie doti di economista e, soprattutto, sottolinea qualcuno maliziosamente, non farebbe ombra a nessun altro rwandese.
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