Moody's, la
principale società di rating al mondo, ha assegnato ieri per la prima volta un rating B2 (indice che misura la capacità di
restituire i crediti ricevuti in base a una scala standardizzata e suddivisa
tra debiti contratti a medio termine e a lungo termine) al Rwanda, come emittente locale e in valuta estera. Il rating B2 connota un
titolo "dalla solidità scarsa il cui rimborso molto dipendente da un contesto
favorevole". L'outlook ( prospettive) è stabile in considerazione della capacità
realizzativa delle politiche governative e dall’aspettativa che il paese
migliorerà la sua posizione fiscale ed esterna nel medio termine.
L'attribuzione del
rating al Rwanda, che già aveva un giudizio B di valore analogo da parte di S&Poor's e Fitch, tiene conto di alcune debolezze – bassi livelli di ricchezza,
esportazioni poco diversificate e carenze infrastrutturali- che incidono sulle forti prospettive di
crescita a oltre il 6,5% nel corso dei prossimi cinque anni. A tali debolezze
fa riscontro un giudizio discreto sulla forza istituzionale del paese, rispetto
ai paesi dell’area sub-sahariana, con buoni risultati nell’attuazione delle
politiche di governo e con una
riconosciuta reputazione di utilizzo efficiente delle fonti di finanziamento
agevolate da istituti di credito ufficiali. L'inflazione media
è rimasta al di sotto dell'obiettivo di medio termine del 5% nel corso degli
ultimi due anni, che ha permesso alla Banca del Rwanda di allentare la politica
monetaria per sostenere la crescita. Detto questo, l'andamento dei prezzi
al consumo risente dell’andamento climatico che impatta fortemente sui prezzi
alimentari nazionali.
Un ampio accesso alle fonti di finanziamento agevolati
tranquillizza sulla capacità di far fronte ai debiti che, seppure in aumento, rimangono ben al di sotto del 50% del
PIL: Moody prevede che il rapporto debito / PIL del Rwanda possa
raggiungere il 43,9% del PIL nel 2017, rispetto al 35,3% nel 2015, a fronte di
un livello di indebitamento medio dei paesi appartenenti al segmento B- del 50,5% entro il 2017.
Qualche fattore di
rischio viene ulteriormente individuato nella situazione politica dell’area,
mentre “ la mancanza di visibilità di una alternativa politica per il
presidente in carica suscita timori per il rischio di successione in futuro”.
L'outlook stabile
riflette anche forte track record di attuazione delle politiche del governo e
l'aspettativa che il paese migliorerà la sua posizione fiscale ed
esterna nel medio termine.
L’attuale rating potrebbe
migliorare con l'aggiornamento continuo in infrastrutture di base, anche grazie
maggiori investimenti diretti dall’estero, e di capitale umano che permetta al Paese di
sfruttare pienamente le sue capacità competitive e un ambiente favorevole al business
rispetto ai paesi della regione. Al contrario, una peggioramento del
rating si porrebbe se le turbolenze
economiche esterne permanessero. Soprattutto, l’intensificazione del rischio
politico nazionale o il persistere delle tensioni politiche con il vicino
Burundi o Repubblica Democratica del Congo potrebbe incidere negativamente,
soprattutto se ne seguissero tagli dei finanziamento dei donatori, come
capitato nel recente passato.
Per leggere il giudizio completo di Moody's clicca qui.
Per visualizzare i Rating assegnati ai vari paesi e la relativa scala di giudizio, clicca qui.
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