La prima uscita della Missione 2016 dell’ass. Kwizera è
stata a Kibali presso la comunità batwa. Si nutrivano non poche preoccupazioni
sulla situazione che si sarebbe potuto trovare alla luce degli ultimi sviluppi
che hanno interessato questa comunità negli ultimi tempi. Infatti, da due anni
a questa parte per tutta una serie di vicissitudini la comunità ha subito in
una seria involuzione del processo di recupero iniziato nel 2008 con la
costruzione da parte di Kwizera di 47 casette a favore di ciascuna delle
famiglie della comunità. Negli anni successivi si era dato avvio anche a un
programma di sfruttamento dei sette ettari di
terrazzamenti che nel frattempo l’associazione Kwizera aveva realizzato.Purtroppo
a partire dal 2014 la situazione si è improvvisamente degradata, per il venir
meno dell’assistenza dell’autorità civili e per una serie di errori commessi da
alcuni benefattori che hanno effettuato interventi scoordinati e oggettivamente
alteranti l’equilibrio che si era raggiunto.Alcune serie incomprensioni creatasi tra la comunità batwa e
il resto della popolazione, a seguito di qualche furto commesso da esponenti batwa che hanno provocato
il linciaggio di uno di questi, ha portato una decina di famiglie ad
abbandonare la comunità e le rispettive case, non prima di aver venduto tutto
il possibile, dalle tegole agli infissi. Dopo che lo scorso anno si erano
chiamati a raccolta tutti gli enti coinvolti nell’assistenza della comunità per
proporre qualche soluzione alla situazione creatasi e dopo che apparentemente
non c’erano stati riscontri, ci si aspettava il peggio. In realtà la situazione
è decisamente migliorata rispetto a dodici mesi fa.Le 39 famiglie rimaste, di
cui 37 originarie con la propria casa, hanno ricominciato a coltivare i terreni
circostanti le case, dopo che erano rimasti incolti nella fase più acuta della
crisi. Le case sopravvissute sono di nuovo oggetto di cura anche se necessitano
di qualche intervento manutentivi, soprattutto per i tetti in tegole di cotto.
Alla luce di quanto visto sembra possibile riprendere il filo di un discorso di
vicinanza a questa comunità che sconta un’emarginazione dal resto della
popolazione decisamente forte e diffusa.
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