Secondo il nuovo rapporto sulla povertà curato dalla Banca mondiale, per la prima volta il numero di persone che vive
in condizioni di estrema povertà scenderà, entro la fine di quest’anno, sotto la
soglia del 10 per cento della popolazione globale. L’istituzione internazionale
che ieri ha presentato le sue ultime proiezioni ha aggiornato la soglia per
definire il problema: è in estrema povertà chi ha meno di 1,90 dollari al
giorno (prima era 1,25), tenuto conto del reale potere d’acquisto dei singoli
Paesi. Il numero delle persone estremamente povere calerà dai 902 milioni (il
12,8% della popolazione) nel 2012 a 702 milioni, ossia il 9,6%, nel 2015.Il
miglioramento è dovuto soprattutto agli alti tassi di crescita nei paesi in via
di sviluppo, come India e Cina, che hanno permesso un più forte investimento in
educazione, sanità e spesa sociale in genere. La Banca Mondiale afferma dunque
che si è sulla via giusta per raggiungere l’obiettivo della fine della povertà
estrema entro il 2030, anche se non è che si tratti di un percorso proprio
senza ostacoli. La Banca Mondiale sottolinea inoltre come le forme della
povertà evolvono e si radicano in determinate aree geografiche. Nel 1990, oltre
la metà dei poveri viveva in Asia orientale e circa il 15% nell’Africa
subsahariana. Oggi la situazione è ribaltata. Milioni di asiatici godono di un
migliore tenore di vita (‘solo’ un 12% di questi vive in povertà estrema),
grazie al dirompente sviluppo della Cina e dei suoi vicini, mentre l’Africa è
ancora prigioniera di guerre, corruzione e sottosviluppo. Così la metà dei
“poveri estremi” di oggi vive nel Continente nero anche se nell’Africa
Sub-sahariana la povertà estrema tra 2012 e 2015 è drasticamente diminuita: dal
42,6 al 35,2 per cento della popolazione.In termini numerici siamo passati da 388,5
milioni nel 2012 ai 347,1 milioni a fine 2015.Il trend del fenomeno nelle diverse zone del mondo è illustrato nella tabella di seguito riportata, mentre la situazione del Rwanda era stata illustrata in un recente rapporto sulla le cui risultanze sono consultabili cliccando qui.
Nessun commento:
Posta un commento