"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 8 dicembre 2014

Si conclude l’attività del TPIR-Tribunale penale internazionale per il Rwanda

Il Tribunale penale internazionale per il Rwanda-TPIR, creato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella sua risoluzione955 (1994)   dell '8 novembre 1994 "per perseguire i responsabili di genocidio e di altre gravi violazioni del diritto umanitario internazionale commesse nel territorio del Rwanda e territori di Stati vicini tra il 1 ° gennaio 1994 e il 31 dicembre 1994 ", ha celebrato di recente i suoi 20 anni di esistenza ad Arusha (Tanzania), dove ha la sua sede, prima di concludere definitivamente il proprio mandato con la conclusione dei giudizi di appello ancora pendenti, che si stanno però celebrando a L'Aia in Olanda. Nell’occasione  è stata data enfasi all’attività svolta che si concretizza in 93 persone processate, comprendenti alti capi militari e di governo, imprenditori e autorità religiose e leader delle milizie e dei media in servizio nel 1994.All’esito dei processi ci sono state 61 condanne, 14 assoluzioni, 10 persone rinviate davanti alle giurisdizioni nazionali, 3 persone decedute prima o durante il processo, 3 fuggitivi  rinviati davanti al Tribunale penale internazionale-MTPI, Félicien Kabuga, Protais Mpiranya e Augustin Bizimana, 2 atti d’accusa ritirati prima del processo. Di fronte ai numeri piuttosto contenuti della propria attività, nel proprio sito, aggiornato nell’occasione dell’anniversario e destinato a testimoniare il lavoro svolto, il TPIR sottolinea con enfasi che, “insieme ad altri tribunali internazionali, il TIPR ha svolto un ruolo di pioniere nella creazione di un sistema internazionale di giustizia penale credibile attraverso lo sviluppo di un corpus significativo di giurisprudenza sul genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e delle forme di responsabilità individuale e di responsabilità di comando.Il TPIR è il primo tribunale internazionale a pronunciare il giudizio per il genocidio e il primo a interpretare la definizione di genocidio contenute nelle Convenzioni di Ginevra del 1948. E 'anche il primo tribunale internazionale a definire lo stupro nel diritto penale internazionale e riconoscere lo stupro come strumento di perpetrare un genocidio.” Altro titolo di merito attribuitosi è quello di aver riconosciuto la colpevolezza di esponenti dei media  “per la trasmissione di programmi volti a incoraggiare il pubblico a commettere genocidio”, come nel caso di Georges Ruggiu, belga di padre italiano, conduttore della  Radio Télévision Libre des Mille Collines (RTLM).  I critici del ruolo svolto dal TPIR nel ventennio sottolineano in particolare il fatto di non aver mai voluto o, forse,  potuto
indagare sull’attentato del 6 aprile 1994, che portò all’abbattimento dell’aereo dove viaggiavano i presidenti rwandese e burundese e che innescò, per stessa ammissione del TPIR, i successivi eccidi, e, soprattutto, per non aver mai acceso un faro su possibili crimini di guerra compiuti anche dai vincitori del FPR.Nella sostanza, come per tanti altri tribunali della specie , a partire da quello di Norimberga, anche il TPIR, per questi critici, sarebbe stato un tribunale "dei vincitori". Per la verità qualcuno all'interno del TPIR  provò ad esercitare il proprio mandato a 360 gradi, come nel caso del procuratore Carla Del Ponte; questi temerari furono però sollevati immediatamente dall’incarico su sollecitazione delle autorità rwandesi. Altri sottolineano la non esaltante gestione di un carrozzone che è costato, nel solo quadriennio 2010-13 circa 400 milioni di dollari; valga per tutti questo articolo scritto da André Sirois, un traduttore canadese impiegato presso il TPIR nella fase iniziale dell’attività del tribunale, che ne illustra tutte le incompetenze, corruzioni e malversazioni. 

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