Ospiti della Comunità di Sant'Egidio, l'ong italiana che ha già conseguito diversi risultati nell'opera di mediazione per il raggiungimento di accordi di pace tra parti in conflitto in Africa, il 26 giugno si sarebbero incontrati a Roma gli inviati speciali internazionali per i Grandi Laghi, guidati da Mary Robinson, il Rappresentante del Segretario Generale Ban Ki-moon, per la regione e una delegazione del FDLR,Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda raggruppamento fondato nel 2000 dai rifugiati hutu rwandesi che Kigali accusa di aver partecipato al genocidio. L'obiettivo, secondo le Nazioni Unite, è stato quello di discutere su come " accelerare il processo di disarmo "e" definire le opzioni possibili per conseguire questo obiettivo ", il tutto nel quadro dell'accordo per consentire la pace nel Congo orientale firmato da undici paesi della regione il 24 febbraio 2013 ad Addis Abeba, sotto l'egida dell'Unione africana e delle Nazioni Unite. L'incontro è coperto dal massimo riserbo e non sono finora trapelati particolari sull'andamento dei lavori. Il Rwanda sembra non aver gradito e, prendendo spunto dal fatto che era stato dato un salvacondotto al presidente facente funzione del FDLR, Victor Byiringiro, , per farlo arrivare a Roma, ha protestato nei confronti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di cui peraltro fa parte, minacciando di ritirare la sua partecipazione al quadro dell'accordo di Addis Abeba.
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