Nyinawimana: 20 ettari di terrazzamento realizzati dall'associazione Kwizera Onlus |
Creare 10.000 orti in Africa: questo l'ambizioso progetto di
Slow Food, la nota associazione promosso da Carlo Petrini. Per ogni
orto servono 900 euro. Finora ne sono stati realizzati 1207, di cui 39 in
Rwanda, distribuiti nella zona di Musanze e di Muhanga. Qualche
osservatore ha approfondito il progetto, scoprendo che dei 900 euro solo 250
vanno alla realizzazione dell'orto, i rimanenti 650 euro vengono così spesi:
200 per la costruzione e rafforzamento della rete Slow Food africana, 100 per
il Diritto al viaggio,100 per il Diritto allo studio, 50 per Stampa e
distribuzione di materiale didattico e di comunicazione, 200 per il
Coordinamento generale del progetto. All'argomento ha dedicato un articolo
Il Giornale, in cui si stigmatizzava il fatto, a cui ha risposto piccato
Carlo Petrini con
un lungo intervento comparso sul sito dell'associazione dal titolo
" Africa Slow Food non sta facendo solo una serie di orti, sta promuovendo
un'idea di agricoltura". Ed eccola l'idea di agricoltura a cui mira Slow
Food " In Africa Slow Food non sta facendo semplicemente
una serie di orti (cento, mille o diecimila) ma sta promuovendo un'idea di
agricoltura, basata sulla conoscenza del territorio, sul rispetto della
biodiversità e delle culture locali. Un'agricoltura capace di sfamare le
comunità africane senza snaturare i rapporti sociali e devastare
l'ambiente, ma puntando sulla dignità delle comunità (della loro
storia, del loro sapere), sul rispetto del territorio e del suo equilibrio
ecologico. Per questo negli orti Slow Food si coltivano varietà tradizionali di
ortaggi, frutta ed erbe aromatiche e medicinali (più adatte al territorio), si
costruiscono semenzai per riprodurre i semi (per non doverli acquistare ogni
anno e preservare la biodiversità), si realizzano compostiere con scarti
vegetali, letame e cenere (per evitare di spendere e di uccidere il terreno con
fertilizzanti chimici), si difendono le piante con metodi naturali, come i
preparati di ortiche (per evitare di acquistare pesticidi, avvelenando terra e
acqua), si risparmia l'acqua (raccogliendo l'acqua piovana, conservano
l'umidità del terreno con buone pratiche, come la pacciamatura, impiegando
sistemi di irrigazione a goccia), si destina il raccolto al consumo familiare o
alle mense (nel caso degli orti scolastici) e si vendono le eccedenze sui
mercati locali o in piccoli luoghi di ristoro che nascono accanto agli
orti". Questa la filosofia, poi subentra la pratica e la calcolatrice
ci dice che per i 1027 finora realizzati e finanziati, Slow Food ha raccolto
1.086.300 euro, di cui 180.000 sono andati al coordinamento del progetto, a cui
se ne aggiungono altrettanti per la costruzione della rete africana di Slow
Food, 90.000 per i viaggi (per incontri tra le diverse comunità all'interno del
continente) altrettanti per borse di studio e 45.000 per stampa e
comunicazione. Come si vede sono cifre importanti, soprattutto quei 360.000
euro riconducibili, direttamente o indirettamente, all'organizzazione del
progetto e al consolidamento della struttura di Slow Food. Già nell'articolo de
Il Giornale, l'articolista aveva raccolto la voce di volontari di altre
associazioni che con cifre più modeste promuovevano progetti di ben altra
"concretezza". Tornando ai 39
orti rwandesi, confidiamo di poterli visitare in occasione di una
prossima visita nel paese, per vedere che tipo di applicazione trovi la
filosofia di Slow Food che, nel caso specifico degli orti africani e della loro
coltivazione, ci ha riportato alla mente, non sappiamo perché, la celebre frase
attribuita alla regina di Francia, Maria Antonietta, che davanti al popolo
rumoreggiante per la fame se ne uscì con il famoso " se non hanno pane
dategli brioches". Per quanto riguarda il progetto Orti Africani, un modello
d'eccellenza in termini di marketing ma tutto da verificare in termini di
ritorno per i reali destinatari, resta comunque il fatto, difficilmente
smentibile, che una parte importante dei soldi raccolti per l'Africa è
rimasta in Italia.
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