"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 29 dicembre 2013

Quei seicento soldati del 3° battaglione del RPA


L’odierno editoriale de The Sunday Times celebra i 600 membri del 3 ° Battaglione dell'esercito patriottico rwandese (RPA) che vent'anni fa, il 28 dicembre 1993,  entrarono a Kigali nell’ambito degli accordi, sottoscritti tra il FPR e il governo in carica, il 4 agosto 1993 nella città tanzaniana di di Arusha; accordi che avrebbero dovuto porre termine al conflitto in atto dall’ottobre 1990. I seicento uomini presero possesso degli edifici ove attualmente ha sede il parlamento, al tempo conosciuti  come CND, e lì rimasero fino alla primavera del 1994. L’editoriale sottolinea come a venti anni da quella data si assista al mancato riconoscimento "del coraggio e della determinazione" del 3 ° Battaglione la cui memoria rischia di andare smarrita, nel silenzio degli storici locali che non hanno prodotto alcuno studio su quanto fatto da questi combattenti. In effetti, il ruolo di questo consistente contingente militare del FPR è scarsamente conosciuto; anche le ricostruzioni storiche internazionali dell’eccidio del 1994 raramente ne fanno menzione. Lo stesso editoriale non va oltre un generico  riferimento al "ruolo decisivo che il battaglione gioca nella conclusione del genocidio, nonostante fosse colpito  da tutti i lati dall'esercito governativo (ex FAR)". Eppure sarebbe stato interessante conoscere quanti caduti avesse sofferto il contingente e, soprattutto, quante vite avesse messo in salvo.Infatti, seicento uomini, presumibilmente ben addestrati e sotto il comando di un ufficale capace come il col. Charles Kayonga, rappresentavano una variabile non certo insignificante nelle dinamiche dei fatti della primavera del 1994; quindi, come auspicato dall’editorialista,  sarebbe importante, per una completa ricostruzione storica, colmare questa lacuna. 

sabato 28 dicembre 2013

Gli auguri di buon anno dall'Associazione Kwizera

Care amiche, cari amici,
un altro anno volge ormai al termine e con esso si va concludendo la stagione associativa di cui volentieri rendiamo conto ai tanti amici che ci seguono con simpatia e ci sostengono con il loro aiuto. Pur in un contesto congiunturale non facile, che riverbera i propri effetti sulle finanze di ognuno di noi, obbligandoci a volte a rivedere  gli stili di  vita a cui eravamo abituati, non è venuto meno il sostegno generoso dei nostri benefattori che ci ha consentito di portare a termine diverse iniziative, magari singolarmente di non  particolare rilievo come a volte nel passato, ma che nel loro insieme testimoniano di un’attività associativa fruttuosa.
Sono proseguiti il Progetto adozioni, pur fra qualche criticità, così come il Progetto Mikan i cui sviluppi estremamente positivi, siamo ormai alle 2000 famiglie coinvolte, ne fanno un modello d’intervento particolarmente efficace e apprezzato. Nel corso dell’anno abbiamo finanziato la realizzazione di otto impianti di biogas in altrettante parrocchie della diocesi di Byumba. Non sono mancati interventi economicamente più contenuti, come il sostegno alla mensa per i bambini bisognosi della parrocchia di Nyagahanga e all’asilo Carlin  di Kagera, ma con importanti ricadute su un numero significativo di famiglie bisognose.
Per il nuovo anno intendiamo proseguire, sempre a piccoli passi, coltivando i progetti in essere e lanciandone di nuovi. Verrà promosso il Progetto JMV che prevede l’istituzione di Borse di studio per studenti bisognosi e meritevoli del Petit Seminaire di Rwesero e il Progetto Amazi, acqua in lingua locale, per finanziare la realizzazione di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana nelle comunità locali rwandesi. Siamo confidenti che chi ci ha seguito in questi anni continui a sostenerci e faccia conoscere l’attività associativa nella cerchia dei propri amici, ampliando il numero dei sostenitori che concorrono ad alimentare l’opera di solidarietà a favore degli amici rwandesi.
 Con questi auspici guardiamo al nuovo anno con fiducia, certi di poter contare sulla vostra amicizia e vicinanza per continuare,  insieme,  un nuovo  tratto di cammino sulla strada della solidarietà.
Grazie per quello che avete fatto e ancora farete.
A tutti giunga un cordiale augurio per un felice 2014. 

martedì 24 dicembre 2013

Auguri

 
Noheli Nziza

Buon Natale


sabato 21 dicembre 2013

I vescovi rwandesi in merito al programma Ndi umunyarwanda


Anche i vescovi cattolici rwandesi faranno conoscere la propria posizione in merito al  programma  “Ndi umunyarwanda” ( Sono rwandese). Il tema è stato affrontato, infatti, durante l’ultima seduta della Conferenza episcopale rwandese, tenutasi dal 10 al 13 dicembre, al cui esito un comunicato informa che “ l’aiuto che la Chiesa cattolica può donare al Governo rwandese e soprattutto alla Commissione nazionale per l’unità e la riconciliazione è di pubblicare le buone e utili conclusione del “Sinodo sulla questione etnica rwandese”.
Nello stesso comunicato si fa peraltro rilevare che “Nel programma  “Ndi umunyarwanda, parlando della storia della Chiesa in Rwanda, ci sono affermazioni negative e gratuite che arrecano pregiudizio alla Chiesa. Così, si è presa la decisione di pubblicare alcuni dei documenti sovente mal utilizzati per i non iniziati”.

martedì 17 dicembre 2013

Makuza dynasty: una storia rwandese

Anastase Makutza: chi era costui? Così era titolato un post it apparso  a pag 96 del libro Kwizera Rwanda, in cui si riportava questa breve storia: “Si tratta di un ex seminarista che si laureò nel 1955 in Congo, in scienze politiche e amministrative. Fu il primo rwandese a conseguire un titolo universitario. Forte di questa laurea si mise a cercare un posto di lavoro, possibilmente all’altezza dei suoi studi. Le sue domande di entrare nell’amministrazione statale o in altri posti pubblici non furono prese in considerazione. Dopo molto affannarsi, arrivando a cercare lavoro anche in Burundi, finalmente trovò un posto di …..dattilografo in un ufficio governativo di Kibuye e nel 1957 fu promosso assistente amministrativo e quindi trasferito a Kigali. Anastase Makutza era hutu”. La notizia ripresa da John Reader: Africa, ed Mondatori, si fermava qui, senza dare ulteriori informazioni su come fosse successivamente evoluta la storia di Anastase.La curiosità ci è tornata leggendo un recente notizia, di cui riferiremo più avanti. In realtà, da quei primi difficili passi nel mondo del lavoro Anastase Makuza, questo è il cognome corretto, ne ha fatta di strada. Dapprima lo troviamo, alla fine degli anni cinquanta, collaboratore  del rappresentante dell’amministrazione coloniale belga, Louis Jaspers,  che dimostra di apprezzarlo affidandogli  l’incarico di redigere uno  studio sulla storia del paese e sul regime della proprietà fondiaria. Nelle sue memorie, Jaspers parla di Anastase come  « uno degli hutu più illustri » che sarà protagonista, come militante prima del partito Rader e successivamente del partito Parmehutu, degli avvenimenti che porteranno alla nascita della repubblica nel 1959. Sara' ministro della giustizia nei governi del Presidente Grégoire Kayibanda e successivamente diventerà presidente dell’assemblea nazionale rwandese.Al riguardo, le cronache ricordano come non pochi parlamentari nei loro interventi in aula, non avendo molte capacità argomentative, spesso e volentieri,  si rifugiavano dietro la formula liberatoria " a quel che Makuza ha appena detto non ho niente da aggiungere ...", riconoscendo così la sua autorevolezza ed erudizione. Abbiamo trovato anche una nota a margine di uno studio francese, in cui si riferisce che Anastase Makuza, successivamente al colpo di stato del 1973, fu sottoposto a una multa salata “per cambiamento di etnia” e vi si disvelano legami familiari sorprendenti di cui già   il belga Jaspers, nelle sue memorie, aveva dato qualche anticipazione. Infatti, parlando di Anastase Makuza ci informa  del suo fidanzamento “con  una giovane tutsi di alto lignaggio del clan degli Abega da cui tradizionalmente veniva scelta la moglie del Mwami ( il re)”. In una nota, lo stesso Jaspers specifica che la moglie di Makuza era imparentata con la mamma dell’attuale presidente rwandese Paul Kagame. Questo fatto, secondo Jaspers “spiega senza dubbio perché Kagame nominerà il figlio di Anastase suo primo ministro". Il citato documento francese parla apertamente che la moglie di Anastase Makuza fosse sorella della mamma del presidente Kagame. Quando si dice le sorprese che riserva la vita! 

domenica 15 dicembre 2013

Nelson Mandela

 
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sabato 14 dicembre 2013

Progetto Mikan 2000

 
Ecco la documentazione fotografica dell'avvio del gruppo della Parrocchia di Kiziguro, partecipante al Progetto Mikan, che ha permesso di raggiungere l'importante traguardo delle duemila famiglie coinvolte e delle duemila capre distribuite. 
Leggi tutta la storia del Progetto Mikan (clicca qui).

venerdì 13 dicembre 2013

Victoire Ingabire condannata a quindici anni di prigione


L’Agence France-Presse (AFP)   riferisce che l’esponente dell’opposizione rwandese Victoire Ingabire, detenuta dall'ottobre 2010, è stata condannata oggi dalla Corte suprema del Rwanda a 15 anni in prigione, aggravando la condanna di otto anni in primo grado.
La Corte suprema del Rwanda ha confermato la sentenza di condanna del leader per "cospirazione contro le autorità con terrorismo e guerra" e "minimizzazione del genocidio" del 1994, dichiarandola inoltre colpevole di " diffusione  di notizie tendenti a incitare il pubblico alla violenza". La Corte ha assolto l’imputata dall’accusa di "diffondere l'ideologia del genocidio" e di "creazione di un gruppo armato", sostenendo che "le prove disponibili non erano sufficienti a condannare".

Giornata della pace 2014:Fraternità, fondamento e via per la pace

Fraternità, fondamento e via per la pace, questo è il tema della 47a Giornata Mondiale per la Pace, la prima di Papa Francesco.
Un messaggio rivolto a  tutto il mondo, con una validità universale, che assume però anche  valenze particolari all'interno delle singole comunità che compongono questa nostra umanità. Risuona, infatti, forte è il  richiamo ai popoli ricchi, prigionieri della  cultura del benessere, che fa perdere il senso della responsabilità e della relazione fraterna e  fa vedere gli altri come antagonisti o nemici, spesso «cosificati», e i poveri e i bisognosi  come un «fardello», un impedimento allo sviluppo, Alto risuona l'invito del Papa affinchè la globalizzazione dellindifferenza lasci finalmente il posto ad una globalizzazione della fraternità. Un messaggio di speranza viene indirizzato ai popoli che vivono in zone del mondo insanguinate da «conflitti che si consumano nell’indifferenza generale». Il Papa sottolinea che «gli accordi internazionali e le leggi nazionali, pur essendo necessari ed altamente auspicabili, non sono sufficienti da soli a porre l’umanità al riparo dal rischio dei conflitti armati. È necessaria una conversione dei cuori» che porti alla riconciliazione nella fratellanza. All'interno dei singoli stati poi,   deve instaurarsi un clima che consenta ai cittadini di "sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà", evitando che  tra cittadino e istituzioni, si incuneino "interessi di parte che deformano una tale relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto».

giovedì 12 dicembre 2013

La starlette che passa il Natale in Rwanda per vedere.... tigri e orsi

Una certa (per il vostro blogger)  Mel B., ex cantante delle Spice Girls, starlette di qualche rinomanza visto lo spazio che si è conquistata sui media, ha deciso di passare le feste natalizie in Rwanda insieme ai figli Phoenix (14 anni) e Angel di 6 ed al marito. Nel paese delle mille colline,  dovrebbero essere ospiti  del presidente Paul Kagame dei cui figli la starlette dice di essere amica " perché vivono a New York e sono delle persone adorabili e ci hanno invitato”. La molla che ha convinto i figli della cantante a questo viaggio esotico è stata la promessa che in Rwanda avrebbero visto  "leoni, tigri ed orsi".I figli hanno accettato, sembra con entusiamo.Il problema ora  è fargli vedere tigri e orsi nel parco dell'Akagera!
Un bel problema anche per gli importanti ospiti rwandesi.

La notizia è apparsa sui media internazionali, ma anche su The New Times, dove qualche lettore non ha mancato di  sbertucciare la starlette per la sua pretesa di incontrare tigri e orsi in Rwanda.

lunedì 9 dicembre 2013

La comunità di Grosio rinnova il proprio sostegno all’asilo Carlin di Kagera

L'asilo Carlin
L’asilo di Kagera in Rwanda, intitolato a Carlin, il compianto Carlo Rodolfi, ha trovato nella comunità grosina uno sponsor   generoso che, dopo averne sostenuto, unitamente ad altri benefattori coordinati dall'Associazione Kwizera, la realizzazione, lo ha nei fatti adottato facendosi  carico degli oneri della sua gestione, che la parrocchia di Nyagahanga, a cui fa capo l’asilo, non sarebbe in grado di sostenere. Già dallo scorso anno, infatti, grazie alla generosità dei grosini, l’asilo ha potuto disporre dei fondi necessari per il suo funzionamento. In particolare, è stato garantito lo stipendio   delle tre maestre che hanno in carico i 109    bambini che frequentano l’asilo; si tratta di uno stipendio pro capite che ammonta a poco più di venti euro mensili, quanto guadagna un agricoltore. Anche per il nuovo anno scolastico che inizierà a gennaio, l’asilo Carlin potrà contare sul sostegno grosino. Infatti, con la bancarella organizzata dai ragazzi dell’Azione cattolica grosina, il giorno dell’Immacolata,   sono stati raccolti fondi sufficienti  a garantire lo stipendio alle brave maestre e di mettere in campo anche altre iniziative.  La risposta generosa dei grosini permette, infatti, di realizzare un auspicio espresso da don Paolo Gahutu, promotore di questa splendida iniziativa quando era parroco di Nyaghanga,  in occasione dell’ultima missione estiva dei volontari dell’associazione Kwizera, quando, aderendo alla sollecitazione dei genitori, aveva avanzato la proposta di fornire ai bambini un  pasto a  mezzogiorno. Usualmente nelle campagne si mangia qualcosa al mattino e un pranzo a base di riso, fagioli e verdure alla sera, quindi il pranzo di mezzogiorno non è previsto; il problema è che molti di quei bambini spesso non trovano una cena adeguata nelle rispettive famiglie. Kagera si trova, infatti, nel profondo della campagna del Rwanda, zone dove capita ancora di imbattersi in qualche caso di denutrizione, evidenziato dalle pance gonfie dei bambini. Per questo motivo, Don Paolo si propone di fornire una scodella di una specie di semolino, fatto di farina di soia, sorgo e mais, con un buon   valore nutrizionale, a ciascuno di questi bambini. Si rende quindi   necessario approntare anche un posto di cottura e acquistare il materiale necessario: pentolame e tazze. I fondi che avanzeranno potranno servire per  la realizzazione di qualche divisa scolastica per i bambini, piuttosto che per gli interventi di minuto mantenimento della struttura, affinchè  si mantenga nel tempo resistendo, non tanto alle intemperie, quanto piuttosto all’inevitabile usura prodotta dalle cento piccole pesti che la frequentano quotidianamente. 

Richiamo al ministro per la scarsa diffusione degli impianti di biogas

Un impianto in fase di realizzazione
Sembra che l’Associazione Kwizera, con dieci impianti di biogas realizzati nella diocesi di Byumba, sia tra i principali sostenitori del progetto governativo di diffondere l’utilizzo del biogas come energia alternativa al consumo della legna. Infatti, leggiamo che il Senato ha formalmente richiesto al Ministro competente di spiegare come mai il progetto proceda così a rilento, come evidenziato dall’inchiesta condotta da un’apposita commissione che ha altresì denunciato la mancata realizzazione degli impianti negli edifici pubblici, a partire dalle  scuole. Tra le motivazione che vengono addotte per giustificare la scarsa diffusione degli impianti, soprattutto tra le famiglie, la commissione ha segnalato l’alto prezzo di ogni impianto sottolineando come 810.000 Frw, pur scontando un contributo governativo di 310.000 Frw, sia troppo alto per una famiglia. In realtà dobbiamo segnalare che il costo medio di un impianto di dieci metri cubi, del tipo di quelli finanziati dall’associazione Kwizera, supera anche se di poco i 2 milioni di Frw. Quindi è probabile che il prezzo segnalato dalla commissione sia piuttosto sottostimato: 800.000 Frw era il prezzo preventivato nel 2010, all’avvio del progetto biogas. Si tratta comunque di un prezzo non certo alla portata di una singola famiglia. Quando  poi  il ministro dovrà difendersi dalle critiche senatoriali che impietosamente gli evidenzieranno questi dati - 5 impianti su oltre 7.000 famiglie, nei settori di Nyarugenge, di Kanyinya a Kigali, 8 impianti su  10.000 famiglie nei settori di Gahanga e Masaka nel quartiere di Kicukiro,  32 impianti nel distretto di Nyagatare, con una popolazione complessiva di 11.405 famiglie, per finire l’unico impianto nel distretto di Nyabihu settore Kabatwa, con 31.944 famiglie - potrà sempre citare le10 realizzazioni dell’associazione Kwizera.

domenica 8 dicembre 2013

Kigali sempre piu' hub congressuale continentale

Il progetto di fare di Kigali il polo congressuale se non dell'intero continente africano, almeno del centro Africa, si va via via concretizzando, alla luce dei numeri che il turismo congressuale evidenzia.Non passa settimana, infatti,  che la capitale rwandese non ospiti una riunione coinvolgente congressisti provenienti dall'intero continente per partecipare a symposium sulle piu' svariate materie, da quelle politiche istituzionali, a quelle economiche e scientifiche. Kigali beneficia della centralita' geografica, dei buoni collegamenti aerei, almeno 5 compagnie aeree extra africane che vi fanno scalo ( KLM, Qatar, Emirates, Turkish Airlines e Brussels Airlines) oltre a Kenya Airwais ed Ethiopian, dell'alto  livello di sicurezza che le autorita' locali sono in grado di garantire, ben al di sopra di qualsiasi altra citta' africana, ma soprattutto dalla ricettivita' alberghiera già di buon livello, con  2000 posti letto nella capitale che a breve dovrebbero raddoppiare. Sono, infatti, in  fase di realizzazione il Marriot Hotel con circa 250 camere, il Radisson Hotel con altre 290 camere, più altri hotel in fase di costruzione  per ulteriori 1.500 posti letto. Anche se attualmente la capitale dispone di sale in grado di ospitare anche 1500 ospiti, il vero salto di qualita' verso l'affermazione di  primario hub congressuale centro africano avverra' quando sara' ultimato il Kigali Convention Center, un complesso che comporta un investimento di 300 milioni di dollari. A regime il KC Center potra' contare su un hotel a cinque stelle con 292 camere, un centro congressi con una capienza di 2.600 posti, divisibile in sette sale conferenze, e 10 sale riunioni più piccole. A quel punto il turismo congressuale e fieristico potrebbe diventare una delle maggiori realta' economiche del paese.Il turismo nel suo complesso, con   664.729 visitatori da inizio anno, a fronte dei 583.096 dello stesso periodo dello scorso anno, e' la principale fonte di valuta estera del Rwanda  con $ 142.5milioni entrati nel primo semestre di quest'anno rispetto a $ 128.4milioni dello stesso periodo dello scorso anno. 


venerdì 6 dicembre 2013

La lezione di Mandela valida anche per il Rwanda

Si e' spento ieri, all'età di novantacinque anni, Nelson Mandela lo storico leader sud africano.La sua storia e' rivissuta in questo articolo di Anna Bono su La Nuova Bussola Quotidiana. Il lettore vi trovera' più di uno spunto di riflessione che puo' essere utilmente applicato anche alla realta' rwandese. Al di la' della comprensibile corsa a farne un'icona a propria immagine e somiglianza, come fa anche il presidente rwandese in un suo ricordo su The New Times  resta  la sua lezione di uomo politico, " con un'immagine discreta, misurata e integra", che ha agito per il bene del suo popolo,  perseguendo un reale percorso di pace e di riconciliazione, rifuggendo dalle vendette anche dopo 27 anni di carcere, mai abusando del proprio carisma, che ha conservato fino alla fine, trattando con il giusto distacco il potere, come dimostra la sua rinuncia a un secondo mandato presidenziale.
Evidentemente non gli serviva un mandato in più per passare alla storia.


martedì 3 dicembre 2013

Corruption Perceptions Index-CPI 2013: l'Italia venti posizioni dietro il Rwanda

Mappa CPI
Domani immancabilmente qualche giornale italiano titolerà che il grado di percezione della corruzione nel settore pubblico e politico colloca l’Italia ben venti posizioni dietro il Rwanda, solitamente preso come termine di confronto non propriamente esemplare. Infatti, il Corruption Perceptions Index-CPI 2013, l’indice di Transparency International, vede l’Italia al 69° posto nel mondo, con un punteggio di 43/100 e il Rwanda al 49° posto con un punteggio di 53/100, pari a quello dell'anno precedente quando occupava il cinquantesimo posto. Trattandosi di un indice sulla percezione, le interpretazioni devono tenere conto del fattore “soggettivo”, ma è possibile fare alcune considerazioni generali riguardo alle performance anticorruzione dei due paesi: l’Italia rimane ancora confinata agli ultimi posti in Europa, seguita solo da Bulgaria (77°) e Grecia (80°), ed allo stesso livello della Romania, mentre il Rwanda, un puntino giallo in mezzo a un continente dai colori più scuri, spicca tra i paesi più virtuosi dell’Africa, preceduto solo da Botswana (30°), Capo Verde (41°) e Seychelles (47°). Come d’abitudine, al vertice della classifica mondiale troviamo i paesi del Nord Europa - Danimarca (91/100), Finlandia, Svezia e Norvegia tutte con 89/100 –, oltre alla Nuova Zelanda (91/100), mentre l’ultima posizione è occupata da Afghanistan, Corea del Nord e Somalia (tutti con un misero voto di 8/100).

lunedì 2 dicembre 2013

Le potenzialità dell'acquacoltura nei laghi rwandesi

Impianto di acquacoltura a Muyanza
Attualmente in Rwanda si consumano circa 1,5 chilogrammi di pesce procapite su base annua,  il dato più basso tra i paesi dell’Africa orientale e molto al di sotto di quello dell'Africa subsahariana, che hanno medie stimate  di 6,7 kg e 16.6 kg, rispettivamente. Nonostante i bassi consumi, vengono però importate annualmente circa 10.000 tonnellate di pesce, a cui si aggiungono le circa 17.000 tonnellate di produzione ittica locale registrata  l'anno scorso.Completa il quadro il dato relativo al costo di un  chilogrammo di pesce, che  sul mercato locale ammonta a circa Rwf 4000, il doppio del prezzo della carne rossa.Di fronte a questi dati ben si comprende come cominci ad aumentare l’interesse per questa produzione, tenuto conto che a questi livelli di crescita della popolazione  la domanda di pesce dovrebbe crescere in maniera esponenziale, anche solo per allinearsi al consumo medio dell’area dell’est Africa, fino a raggiungere, nel 2020, un fabbisogno di oltre 100.000 tonnellate di pesce. Per questo, girando nelle campagne, sempre più di frequente ci si imbatte in impianti di acquacoltura, consistenti in grandi stagni artificiali, del tipo di quello rappresentato nella foto riportata qui  sopra che si riferisce a un impianto realizzato dalla parrocchia di Muyanza, in cui vengono allevate tilapie, il pesce maggiormente richiesto localmente. In realtà, i 24 laghi di cui è ricco il Rwanda, per una superficie di circa 1400 chilometri quadrati, con una temperatura dell’acqua ottimale per i pesci, offrono un potenziale spazio di sviluppo dell’acquacoltura che potrebbe essere sfruttato al meglio.Già da ora sono attive iniziative di acquacoltura basate sulla tecnica di allevare il pesce in grandi gabbie posate nell’acqua del lago, che gli acquacoltori locali hanno battezzato 'Kareremba'. La tecnica prevede gabbie galleggianti di varie dimensioni, all’interno delle quali i pesci  vengono nutriti artificialmente fino a quando raggiunta la dimensione desiderata, dopo circa sei mesi, vengono pescati per essere avviati alla commercializzazione. .Attualmente,  dopo il riscontro positivo venuto dalle sperimentazioni attuate sul lago Kivu, la piscicoltura con la tecnica delle gabbie  si sta diffondendo anche sugli altri laghi rwandesi, lago Muhazi compreso.