"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 18 ottobre 2013

Ritorna la jatropha: il Rwanda punta sul biodiesel

Nyagahanga: pianta di jatropha 
Sembra arrivato il momento della jatropha. Per chi avesse perso le puntate precedenti, ricordiamo che la jatropha è una pianta dai cui semi si può ricavare biodiesel. Ne parlammo su questo blog a partire dal 2008, quando a fatica riuscimmo con l’Associazione Kwizera a procuraraci i semi per  sperimentare la coltivazione della pianta a Nyagahanga. Naturalmente, in assenza di un contesto atto a recepire la novità, il tutto si fermò allo stato di esperimento. Ora le cose sembrano cambiare. Infatti, il governo rwandese ha deciso di sposare decisamente la causa di produrre biodiesel, partendo appunto dalla jatropha, dopo che già nel 2009 un progetto di ricerca sulla materia era stato affidato all’IRST, l’Istituto di Ricerca e Tecnologia, senza peraltro che si andasse oltre la mera fase di studio. Ora invece con un’apposita legge è stata istituita la National Industrial Research and Devlopment Agency (NIRDA), un organismo indipendente chiamato appunto  sviluppare e commercializzare le  innovazioni messe a punto in materia di biodiesel. Il  governo rwandese ha deciso di rilanciare la coltivazione della jatropha, attraverso la promozione delle industrie che puntano sulle bio-energie, il sostegno per gli agricoltori e le imprese impegnate nello sviluppo di energia verde, così come introdurre  incentivi fiscali per le auto e le industrie che utilizzano il bio-carburante. E’ prevista la costituzione  della Rwanda Biofuel Company Limited per gestire i biocarburanti e lo sviluppo di energie rinnovabili e il relativo  marketing, così come altre possibili produzioni connesse, come i cosmetici e i  fertilizzanti. 
Jatropha con i frutti

Semi di jatropha
Secondo i responsabili del progetto, necessita una forte mobilitazione degli agricoltori e delle cooperative in tutto il paese per aumentare la superficie dedicata alla coltivazione della jatropha; già ora sarebbero 120 le cooperative impegnate nella coltivazione della jatropha e sarebbero oltre cinque milioni le piante di jatropha esistenti ( dati questi ultimi  da prendere con beneficio d’inventario in quanto, a nostro avviso, un po’ troppo ottimistici).
Comunque sia, le autorità sembrano decise a spingere sull’acceleratore per avviare la produzione di biodiesel in quantitativi significativi che possano portare, se non proprio all’autosuficienza energetica, come troppo ottimisticamente lasciano intendere i responsabili, almeno a significativi risparmi sulla pesante bolletta petrolifera che il paese è chiamato a pagare. Comunque sia, le autorità sperano che valga anche per la jatropha il vecchio adagio… se son rose fioriranno.  Da parte nostra torneremo a guardare le piante di jatropha di Nyagahanga non come un esperimento fallito, ma come un’iniziativa partita con troppo anticipo.  

Nessun commento: