"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 2 ottobre 2013

Focus economia 2: il giudizio del FMI


All'esito della missione del Fondo Monetario Internazionale (FMI),  guidata da Paulo Drummond, svoltasi a  Kigali dal 18 settembre al 2 ottobre è stata rilasciata una dichiarazione che aggiorna e integra quanto scrivevamo ieri circa l'andamento dell'economia rwandese.  Nella nota del responsabile del FMI si conferma l'andamento congiunturale con una "crescita economica  rallentata al 5,9 per cento nel primo semestre del 2013 e ...un'inflazione  rimasta contenuta al 4 per cento in agosto".Secondo il FMI " la performance nell'ambito del programma sostenuto dall'FMI ha continuato ad essere soddisfacente.......Per l'anno nel suo complesso, la crescita economica è proiettata al 6,6 per cento e al 7,5 per cento nel 2014, sostenuta da una ripresa della forte crescita dei servizi. L'inflazione dovrebbe salire al 6,5 per cento a fine anno a causa dell'aumento dei prezzi alimentari. Nel medio termine la crescita dovrebbe raggiungere in media circa il 7,5 per cento all'anno e l'inflazione convergere verso l'obiettivo di medio termine del 5 per cento". Come si vede le previsioni del FMI si discostano da quelle formulate nei piani del governo  (EDPRS2) che aveva fissato per il periodo 2013-2018 una crescita media annua dell'11,5%  che avrebbe consentito di  arrivare a un PIL procapite nel 2020 di 1240 dollari a fronte degli attuali 644 dollari.
Comunque secondo il FMI "l'attuazione delle riforme concordate (tra FMI e Rwanda) nel contesto del nuovo PSI- Policy Support Instrument dovrebbe consentire la transizione verso una crescita guidata dal settore privato. Queste riforme includono gli obiettivi del governo di accrescere le entrate ampliando le basi imponibili, rimuovendo le esenzioni e migliorando l'amministrazione fiscale.Altre riforme comprendono il rafforzamento della gestione delle finanze pubbliche, migliorare l'efficacia della politica monetaria, aumentando l'accesso finanziario, la diversificazione delle esportazioni e incentivando un programma di investimenti pubblici, pur in un contesto di prudente gestione del debito pubblico".

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