"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 18 settembre 2013

Elezioni politiche: scontata vittoria del FPR

La coalizione  governativa imperniata sul  Fronte patriottico rwandese (RPF-FPR), il partito del presidente, ha conseguito una vittoria scontatissima alle lezioni tenutesi lunedì in Rwanda, che ha visto, dopo una campagna elettorale abbastanza sotto tono anche se funestata da due esplosioni mortali nella capitale, un’affluenza pari a oltre il 98% degli aventi diritto, i rwandesi con più di sedici anni. La coalizione incentrata sul FPR ha avuto, secondo i primi dati ancora provvisori, 4.439.948 voti con una percentuale del  76,22 per cento, conseguendo quaranta dei 53 seggi in palio. Facevano parte della coalizione  il Centrist Democratic Party (PDC), Parti du Progrès et la Concorde (PPC), Parti Socialiste Rwandais (PSR) e l’Ideal Democratic Party (PDI) che avevano nelle liste un paio di candidati ciascuno. Il Social Democratic Party-(PSD) e il Liberal Party (PL), arrivati rispettivamente secondo e terzo con  il  13,03 per cento e il 9,29 per cento dei voti, si divideranno la dozzina di seggi residui, partecipando comunque al governo del paese con la presenza di propri ministri. Né il partito PS-Imberakuri, né i quattro candidati indipendenti in lizza hanno conseguito il quorum necessario  del 5 per cento del totale dei voti espressi, necessario per concorrere alla suddivisione dei seggi. Il PS-Imberakuri che si è presentato alle elezioni è solo una pallida copia del partito fondato da Bernard Ntaganda; si tratta, infatti , del frutto di una scissione pilotata dall’esterno che ha portato all’estromissione del leader e fondatore e alla sua successiva incarcerazione  con l’accusa di divisionismo. L’altro partito di opposizione, il Democratic Green Party, autorizzato solo poco tempo prima delle elezioni, non ha ritenuto di partecipare alle elezioni, data la ristrettezza dei tempi per gli adempimenti elettorali. Per completezza va detto che gli altri due movimenti politici attivi sulla scena politica rwandese, il FDU-Inkingi e il PDP-Imanzi, i cui rispettivi leader, Victoire Ingabire e Deogratias Mushayidi, sono da tempo in prigione, non hanno potuto partecipare alle elezioni, in quanto partiti non ancora autorizzati  ad operare in Rwanda. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vittoria bulgara...alla faccia della democrazia!

Anonimo ha detto...

Sarà bulgara.... O forse no.
Certo é che la gente normale é abbastanza soddisfatta dell'operato del governo. Nonostante le critiche che vengono dall'estero... forse per interesse?

Anonimo ha detto...

mah io so solo che persone rwandesi, residenti in rwanda che ho il piacere di conoscere sono state portate al seggio in piena notte ed il loro dito impregnato d'inchiostro guidato verso il voto giusto...sarà un caso isolato?? Io non sto qui a giudicare l'operato del Governo, sicuramente qualcosa fa come fanno tutti i Governi del mondo, anche le dittature. Il mio intervento riguardava la Democrazia che palesemente non c'è, in questo si la penso in modo diverso da te e della gente "normale" a cui ti riferisci...o forse la gente deve dire che è soddisfatta??