"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 16 febbraio 2010

Kigali alle prese con un imprevisto aumento della popolazione urbana.

Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità rwandesi, Kigali ha ormai superato un milione di abitanti, lievitando dai 350.000 abitanti del 1996 ai 605.000 del 2001, facendo saltare le previsioni che ipotizzavano di raggiungere i 450.000 abitanti solo nel 2015. Il processo di inurbamento, particolarmente intenso negli ultimi anni, ha fatto saltare ogni previsione, creando non pochi problemi alle autorità cittadine che si trovano ad avere la rete delle infrastrutture di servizio ( scuole, strade, centri sanitari, abitazioni ecc) sottodimensionate. Si potrebbe dire che Kigali è vittima del suo stesso successo. Indubbiamente ci troviamo di fronte a una città che non ha nulla da invidiare anche a molte città europee, forse non a Zurigo come qualche giornalista fin troppo compiacente la ha paragonata.Quindi, ben si comprende il forte richiamo che la stessa esercita sulle popolazioni delle campagne, dove gli stili di vita cittadini e le opportunità offerte dalla capitale non sono ancora arrivati e, prevedibilmente, non arriveranno in tempi brevi. Sono particolarmente i giovani, attratti dal richiamo di possibili nuove opportunità di reddito e di un tenore di vita migliore, a ingrossare le fila dei nuovi arrivati.In città la mancanza di alloggi per i nuovi venuti provoca l'ingrossamento delle baraccopoli nate alla periferia della città e la mancanza di posti di lavoro produce  una massa di senza lavoro che si arrabatta per tirar sera. Non manca qualche risvolto negativo anche in termini di sicurezza, come lamentano le stesse autorità cittadine.
Per la gran parte dei nuovi arrivati le delusioni saranno però immediate; scopriranno a loro spese che la città non è in grado di offrire una risposta alle loro attese. Ben presto rimpiangeranno ciò che hanno lasciato: la solidarietà della comunità del villaggio e quanto può loro offrire la campagna che, con un po’ di buona volontà e voglia di fare, può ancora fornire risorse sufficienti per una vita dignitosa. Il fenomeno dell’inurbamento e il conseguente abbandono delle campagne è comune all’intero continente africano e in altri paesi sta assumendo connotazioni ben più gravi di quelle richiamate dalle autorità rwandesi. Si pensi che, nel vicino Kenia, le baraccopoli di Nairobi ospitano più di due milioni di abitanti, distribuiti su oltre 200 nuclei di cui il più consistente, quello di Kibera, ospita da solo quasi un milione di abitanti , avendone Nairobi oltre quattro milioni.
Il fenomeno in Rwanda è fotografato da questi dati: su una popolazione complessiva che sfiora ormai i 10 milioni, la popolazione urbana è passata dal 10 per cento nel 2000 al 18 per cento nel 2008, con previsioni di crescita anche per i prossimi anni. Parallelamente si è assistito a una diminuzione della popolazione agricola, scesa dal 90 per cento nel 2000 all'attuale 80 per cento, con previsione di un ulteriore diminuzione fino a raggiungere il 75 per cento l’anno prossimo.

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